Terremoti e placche in movimento, la situazione in Sicilia secondo il ricercatore INGV Marco Neri

Terremoti e placche in movimento, la situazione in Sicilia secondo il ricercatore INGV Marco Neri

SICILIA – Sono diversi i fenomeni sismici che hanno interessato la penisola italiana, uno degli ultimi è stato quello verificatosi nelle Marche con 4.3 di magnitudo in cui si è formato un vero e proprio sciame di tremori che da giorni sta spingendo minacciosamente lungo le coste dell’Adriatico.

LA CLASSIFICAZIONE SISMICA 

A definire le zone sismiche di un paese vi sono le cosiddette Mappe Sismiche redatte dai centri di ricerca antisismica. La classificazione sismica dal 2003 divide l’Italia in 4 zone con differenti gradi di pericolo terremoto.

Zona 1: l’area in assoluto con maggior rischio sismico (tra cui figura anche la Sicilia);
Zona 2: area con densità sismica media;
Zona 3: area con densità sismica bassa;
Zona 4: area con densità sismica decisamente bassa.

La classificazione delle zone sismiche è stata redatta per tutelare la popolazione da eventuali rischi di terremoti e per poter edificare edifici antisismici che possano quantomeno salvaguardare le vite umane in caso di scossa.

L’INTERVENTO DI MARCO NERI, GEOLOGO E RICERCATORE INGV

Sull’argomento tanto dibattuto, è intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it Marco Neri, geologo e primo ricercatore nella sede di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo (INGV-OE).

Dal gennaio 2020, inoltre, è Vice Commissario alla Struttura Commissariale della Presidenza del Consiglio dei Ministri che governa la ricostruzione nei territori etnei colpiti dal sisma del 26 dicembre 2018.

• I fenomeni sismici sono stati sempre frequenti in Sicilia, ci può dire se negli ultimi anni c’è stato un aumento?

No, nessun aumento particolare. I terremoti sono frequentissimi su tutta la Terra, ma in particolare nelle zone prossime ai bordi delle placche tettoniche e dei vulcani. Le catene montuose appenniniche e alpine, ed i monti Nebrodi-Madonie-Peloritani in Sicilia, testimoniano con la loro esistenza lo scontro tra le placche africana ed eurasiatica e pertanto, tutte queste aree sono caratterizzate da alta sismicità. La Sicilia, poi, come ben noto, ospita vulcani molto attivi come l’Etna e le Isole Eolie, e pertanto in questa regione i terremoti sono ancora più numerosi. In questo quadro generale, però, gli anni recenti non hanno fatto registrare alcun incremento anomalo della sismicità“.

• In merito ad eventuali tsunami post terremoto, qual è il ruolo del CAT di Roma e quali prevenzioni può prediligere?

Il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) monitora h 24 l’intero bacino del Mediterraneo, focalizzandosi sugli eventi come terremoti, eruzioni vulcaniche sottomarine o frane sottomarine che possono generare maremoti. Una volta che le reti di monitoraggio sismico e vulcanico registrano, un evento che supera una certa soglia di magnitudo considerata pericolosa, il CAT si allerta generando possibili scenari di impatto dello tsunami, simulando la sua entità e velocità di propagazione e allertando gli organi di Protezione civile nazionale e regionale.
A loro volta, le autorità provvedono a diffondere alla popolazione questa informazione, invitando gli abitanti delle zone potenzialmente colpite dallo tsunami ad allontanarsi il più rapidamente possibile dalle zone costiere, rifugiandosi nell’entroterra“.

• A Catania negli ultimi anni si sono verificate scosse nel periodo natalizio. Quale potrebbe essere la motivazione? Può essere invece semplice casualità?

Sarebbe un bel problema se il periodo natalizio fosse sempre accompagnato da catastrofi naturali! In realtà, questa percezione è falsa, è solo un caso che negli anni recenti alcuni sismi ed alcune eruzioni sono accaduti in questo periodo“.

• Dopo quanto tempo da un terremoto vengono determinati ipocentro e magnitudo?

Questi dati vengono calcolati dai sistemi semi-automatici delle sale operative INGV entro poche decine di secondi. Successivamente, se si tratta di eventi di magnitudo rilevante, gli operatori di Sala Operativa ‘raffinano’ il calcolo della magnitudo e dei dati ipocentrali ed epicentrali, attraverso calcoli più precisi che di solito sono forniti alla Protezione civile in circa 10-15 minuti“.

• Come avviene il monitoraggio sismico nelle stazioni di INGV?

La rete sismica dell’INGV è distribuita su tutto il territorio nazionale. I segnali registrati vengono inviati alle Sale Operative, una delle quali è ubicata a Catania, nell’Osservatorio Etneo. Tutti i segnali acquisiti vengono analizzati h 24 dai sistemi automatici ed elaborati attraverso software particolari dai ricercatori dell’INGV, che li analizzano e li studiano continuamente, al fine di definire lo stato dell’attività sismica e vulcanica della nostra regione“.