Detenuto tenta di farsi giustizio da solo

Detenuto tenta di farsi giustizio da solo

CALTANISSETTA – Un detenuto, pare di difficile gestione, nella mattinata odierna, con l’intento di andare ad aggredire un altro detenuto per motivi non noti, ha usato violenza nei confronti di un agente di Polizia Penitenziaria in servizio al fine di sottrargli le chiavi e perseguire l’intento.

Con l’intervento di altro personale è stato convinto a lasciare le chiavi e a desistere dal suo intendimento violento. È quanto accaduto nel carcere di Caltanissetta.

Oggi la preoccupazione del personale non è legata tantomeno all’azione del singolo detenuto – dice Rosario Mario Di Prima, Coordinatore Nazionale del SiNAPPe che è diventata di regolare routine, ma il fatto che a chiusura dell’evento lo stesso detenuto possa aver fatto rientro nel reparto e nella propria stanza di pernottamento. L’azione attuata e il comportamento scorretto contrastano con i principi dettati dall’Ordinamento Penitenziario sul reinserimento sociale del reo, ma, soprattutto, metteranno a dura prova il personale della Casa Circondariale di Caltanissetta che è stata individuata come sede di sperimentazione del Regime Penitenziario e del Trattamento Penitenziario del Circuito media sicurezza.

“Il Rilancio del Regime Penitenziario e del Trattamento Penitenziario del Circuito media sicurezza della Casa Circondariale di Caltanissetta non può passare semplicemente attraverso ordini di servizio o disposizioni sull’adeguamento strutturale da demandare o da delegare al personale ma, con certezza, da un’attenta analisi dei comportamenti, dalla determinazione nelle prese di posizione e delle chiare disposizioni che il Dirigente e i Dirigenti della Polizia Penitenziaria dovranno attuare. L’attuale quadro dirigenziale, a nostro avviso e per ciò che accade quotidianamente nel penitenziario nisseno, sono assolutamente inadeguati e non all’altezza di governare un processo di rilancio del regime penitenziario e il trattamento penitenziario. Come potrà essere superato il dualismo tra custodia aperta e custodia chiusa.

Vorremmo capire chi dovrà garantire che l’esecuzione della pena sia costituzionalmente orientata, adottando un modello d’intervento multi professionale, in cui peraltro le varie figure professionali che devono partecipare alla vita dell’Istituto in tutte le fasi della giornata, anche pomeridiane non sono adeguate alle necessità.

La questione della carenza di personale che è assai importante nella presa dell’avvento delle violenze, nel tentativo di sopraffare lo Stato – dice Di Prima -, le continue violenze e la disobbedienza all’ordinamento penitenziario devono far riflettere. Il personale di Polizia Penitenziaria in perfetto silenzio – dice Di Prima – lavora incessantemente per garantire la sicurezza dei cittadini in condizioni di difficoltà e nel momento storico delicatissimo dove la politica va in controtendenza alla gestione della sicurezza.

La Polizia Penitenziaria e tutte le altre figure professionali che concorrono al delicatissimo compito della gestione del penitenziario vanno potenziati immediatamente – afferma Di Prima -, va garantita sicurezza a tutto il personale di Polizia Penitenziaria e all’intera collettività. Il nuovo Governo che verrà, dovrà immediatamente confrontarsi con la realtà penitenziaria e dare immediate risposte, dichiarando pubblicamente e senza nascondersi dietro un dito, quali fini vorrà perseguire a tutela della collettività e, elemento fondamentale, quali azioni porrà nel contrasto alla criminalità comune e mafiosa.

Va tutta la nostra gratitudine ai colleghi che con grande professionalità, contrastando criminali nelle azioni violente all’interno dell’Istituto penitenziario nisseno. Riteniamo che i poliziotti penitenziari siano degni di meriti“.

In foto il carcere di Caltanissetta