Policlinico di Catania, sabato 24 settembre screening gratuiti per la cheratosi attinica

Policlinico di Catania, sabato 24 settembre screening gratuiti per la cheratosi attinica

CATANIA – La Campagna nazionale di sensibilizzazione sulla cheratosi attinica Segnali sulla pelle” con visite dermatologiche di screening gratuite su prenotazione fa tappa sabato 24 settembre all’AOU Policlinico “G. Rodolico-San Marco” di Catania.

Promossa dalla SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) “Segnali sulla pelle” ha l’obiettivo di promuovere la diagnosi precoce per questa malattia pre-cancerosa che non può essere sottovalutata.

Le visite si svolgeranno sabato 24 settembre presso l’UOC di Dermatologia, Presidio G. Rodolico-Policlinico di via Santa Sofia, diretta dal Prof. Giuseppe Micali.

Le visite sono esclusivamente su prenotazione e fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per le prenotazioni contattare il numero 0282900619 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 15.

Cos’è che la Cheratosi Attinica

La Cheratosi Attinica (AK) è una lesione considerata una forma molto iniziale di carcinoma squamocellulare, che si manifesta dopo i 40 anni. Si tratta di una delle lesioni cutanee più frequenti in Italia: si stima che almeno il 30% degli over 70 anni presenti almeno una cheratosi attinica.

Le sedi anatomiche dove si sviluppano sono quelle cronicamente fotoesposte, quali viso, orecchie, cuoio capelluto e dorso delle mani, con rischio di insorgenza maggiore in uomini e donne con capelli biondi e occhi chiari. Se le lesioni non vengono trattate possono evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo che rappresenta il 25% di tutti i tumori cutanei non-melanoma ed è dotato di capacità di metastatizzare agli organi interni. L’esposizione solare eccessiva, l’uso di lampade abbronzanti e la pelle chiara sono i fattori di rischio più importanti.

La Campagna “Segnali sulla pelle” è promossa da SIDeMaST e realizzata grazie al contributo non condizionante di PIERRE FABRE.

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