Test di medicina 2022, per gli avvocati Leone e Fell si tratta di un bando illegittimo

Test di medicina 2022, per gli avvocati Leone e Fell si tratta di un bando illegittimo

ITALIA – L’ultima Conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il fabbisogno di medici e odontoiatri per il 2022 è di 18.095 unità.

Questo significa che devono essere formati necessariamente almeno 18mila nuovi medici e odontoiatri. Pertanto il Ministero avrebbe dovuto bandire altrettanti posti per il Test d’accesso al corso di laurea in Medicina e Odontoiatria 2022. In realtà sono stati banditi solo 17.206 posti. Quasi mille posti in meno.

L’aver previsto sempre meno posti rispetto al fabbisogno ha negli anni portato a un ennesimo paradosso: Lo scorso anno, a fronte di 18.397 borse bandite per le Specializzazioni mediche sono rimasti vacanti 2.748 posti (a cui vanno aggiunti i posti lasciati in corso d’anno dai corsisti rinunciatari), mentre all’ultimo concorso per SSM hanno partecipato 15.869 medici, ma non si sa ancora per quanti posti. Se il dato dei posti messi a bando dovesse essere simile a quello dello scorso anno, rimarrebbero vacanti quasi tremila posti per mancanza di medici da formare!

In questo modo la carenza di medici è destinata ad aumentare inesorabilmente – spiegano i legali Francesco Leone, Floriana Barbata e Simona Fell – e di conseguenza il fabbisogno sarà in continua crescita. L’ultimo report ANSA stima che entro il 2028 il Sistema sanitario nazionale si troverà con ben 80.000 medici in meno. E chi ne pagherà le conseguenze? Tutti. Perché non ci saranno medici a sufficienza nelle strutture ospedaliere e si corre il rischio di chiusure di interi reparti che non saranno più in grado di garantire l’assistenza ai malati. È questa la sanità che vogliamo?”.

La carenza medici è un problema cha ha investito tutta l’Italia e che da anni affligge l’intero sistema sanitario nazionale. L’emergenza Covid non ha fatto altro che accendere i riflettori sul vero nervo scoperto della sanità italiana: la mancanza di medici.
Molti esponenti politici e di settore (di cui abbiamo riportato in calce alcuni estratti) hanno di recente proposto l’eliminazione del numero chiuso a Medicina, seguendo la strada della Francia e di altre nazioni che, in maniera previdente, hanno messo un freno alla carenza di medici. E anche il noto medico Matteo Bassetti ha dichiarato: “Via il numero chiuso a Medicina e sbarramento al primo anno. Viva il merito. Abbasso i quiz“.

Questo perché il sistema universitario dovrebbe incentivare gli studenti a raggiungere i propri traguardi e realizzarsi nella vita. Tende invece a imporre paletti e minare dall’interno il diritto allo studio, a partire dall’esiguo numero di posti banditi per i test d’accesso. Numero che si basa proprio sul calcolo del cosiddetto fabbisogno medico.

Già negli scorsi anni i giudici amministrativi del Consiglio di Stato hanno accolto i ricorsi, ritenendo l’errato calcolo del fabbisogno elemento ostativo al diritto allo studio e causa della conseguente carenza di medici. “La peculiarità della vicenda relativa all’ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato per la. acc. 2018/19, sta proprio nella discrasia tra fabbisogno e minor offerta formativa proposta (…) e nellassenza a priori di una puntuale istruttoria del MIUR per verificare se lofferta fosse, o no, veritiera e congrua rispetto alle esigenze sottese al fabbisogno“.

Il Ministero si sarebbe giustificato dicendo che “di fronte ad un numero esorbitante di studenti immatricolati in esubero (per lo più jussu judicis), vi sarebbe un eccesso di soggetti iscritti da formare, non gestibili correttamente dai singoli Atenei o fonte di dispersione scolastica“.

Ma la realtà dei dati, come abbiamo già visto – precisano i legali Francesco Leone e Floriana Barbataracconta una storia differente, dove i laureati in medicina non riescono a coprire l’intera offerta formativa specialistica, lasciando vacanti migliaia di posti“.

Ancora più grave la situazione per gli aspiranti studenti di Professioni sanitarie, il cui test si svolgerà il 15 settembre. Per infermieristica, ad esempio, il fabbisogno per gli ordini professionali è di 29.064, per le Regioni è di 24.352, ma il Ministero ha bandito solo 17.997 posti! Si tratta dunque di almeno 7/8mila posti in meno“.

Sulla carenza medici e sull’abolizione numero chiuso:

Cinquecento medici arriveranno da Cuba per colmare la mancanza di personale sanitario negli ospedali della Calabria. È quanto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, è riuscito a ottenere attraverso un accordo con una società statale del governo cubano. Un problema, quello dell’insufficienza di medici, che – sottolinea Occhiuto – riguarda tutto il Paese.

Dopo i 500 operatori sanitari cubani richiesti dalla Calabria per fronteggiare la carenza di personale e le interlocuzioni avviate in Puglia per reclutare medici dall’Albania, la Sicilia guarda ora all’Argentina. È il caso dell’Asp nissena, dove il presidio ospedaliero Longo di Mussomeli è in grave affanno per la scarsità di medici e personale sanitario. “È noto da 20 anni che il fabbisogno di medici e sanitari sia inadeguato e siamo consapevoli che in uno stato d’emergenza servono misure urgenti per garantire salute ai cittadini“, dichiara il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato. “Ma non è accettabile che questo possa avvenire senza nessuna interlocuzione e un piano straordinario concordato tra Regione e istituzioni ordinistiche, pienamente coinvolte nel processo di certificazione necessaria ai colleghi esteri per esercitare la professione in Italia“.

“Il problema è nazionale – spiega il presidente Aiop Puglia, Potito Salatto – e va affrontato con un provvedimento che tenendo conto delle reali ed attuali esigenze del sistema sanitario composto da pubblico e privato, ridisegni i criteri di accesso non solo alla facoltà di medicina, ma anche alle scuole di specializzazione. E se è vero com’è vero che mancano i medici, si abbia il coraggio di aprire delle finestre di tre-cinque anni senza numero chiuso. Se ne parla da anni e non si agisce mai. Il passo ulteriore dovrà essere quello di consentire, con tanto di controllo, le specializzazioni anche alla sanità privata accreditata che di fatto svolge un servizio pubblico“.

Il segretario della Lega Matteo Salvini è tornato a proporre l’abolizione delle iscrizioni a numero chiuso ai corsi di medicina con l’obiettivo di risolvere la carenza di medici e mediche negli ospedali italiani. È una misura che negli ultimi anni ha ricevuto ciclicamente molte attenzioni, in particolare durante il periodo dell’emergenza del coronavirus, quando l’assistenza sanitaria è stata spesso carente. Salvini ha spiegato che l’abolizione del numero chiuso non costa nulla allo stato, premia il merito e contrasta la carenza di medici. “È semplice buonsenso: io credo nei giovani italiani“, ha scritto sui suoi profili social.