Ferrandelli abbandona la seduta. Crocetta: “Se volete mi dimetto”

Ferrandelli abbandona la seduta. Crocetta: “Se volete mi dimetto”

PALERMO – Sono ore calde, caldissime alla Regione Siciliana e all’interno del PD, riunitosi oggi per decidere del futuro del presidente regionale siciliano Rosario Crocetta.

Una spaccatura enorme quella del Partito Democratico, evidenziata dalla parole di Fabrizio Ferrandelli: “Nel 2012 i siciliani ci scelsero per cambiare volto alla Sicilia. Avevamo bisogno di un Superman per voltare pagina, ma noi abbiamo avuto Batman, che, lentamente, si è trasformato nell’eccentrico e folle Joker. Non nascondo che nel primo anno sono stato uno dei più grandi sostenitori di Crocetta, ma mi sono dovuto ricredere: le riforme mancate sono la chiave principale del fallimento. Io non ci credo più e neanche i siciliani. Si è rivelato inaffidabile, inadeguato e incompetente. Non gode più della nostra fiducia”. Queste le parole di Ferrandelli in mattinata. Poi, nel pomeriggio, ha deciso di abbandonare la seduta: “Ho rispetto per la direzione regionale, ma dopo due interventi fiume del governatore senza capo né coda ho deciso di abbandonare i lavori. Ha continuato a ripetere che insieme possiamo fare le riforme e completare la rivoluzione. Ma con il suo continuo elenco della spesa mi ha dato la sensazione di trovarmi nel Titanic”. Anche per questo, il prossimo 6 luglio, Ferrandelli presenterà il progetto per il dopo Crocetta.

Anche l’analisi del segretario nazionale Italia Dei Valori Ignazio Messina è avversa al presidente della Regione: “I numeri sono contro di lui, come i 35 assessori che si sono avvicendati in due anni e mezzo, i 3 cambi di giunta e i 3 assessori che si sono dimessi in dieci giorni”.

Duro anche il parlamentare regionale del PD Antonello Cracolici: “L’accanimento non è sempre positivo, ma abbiamo toccato il fondo. Adesso dobbiamo decidere come progettare il futuro. Non possiamo sbagliare una seconda volta”.

Dal canto suo, il governatore è stato chiaro: “Io mi assumo le mie responsabilità e sono disposto a dimettermi se il partito me lo chiede. Sta di fatto che ho preso in mano una regione con 6 miliardi di euro di deficit. Ma, secondo me, andare alle urne anticipate sarebbe irresponsabile”.