Situazione Coronavirus in Sicilia tra conferme e smentite: i dati del dottore del reparto Epidemiologia Mario Cuccia

Situazione Coronavirus in Sicilia tra conferme e smentite: i dati del dottore del reparto Epidemiologia Mario Cuccia

SICILIA – Un fatto di importanza mondiale come la guerra tra Ucraina e Russia, che è ancora in corso, ha avuto la potenza mediatica di far distogliere lo sguardo da quel tanto agognato Coronavirus che per 2 anni ha tormentato e cambiato il modo di approcciarsi alla vita quotidiana.

La guerra però è un’altra cosa, rimescola i rapporti tra le persone, non ti fa vedere la luce della libertà e tutto ciò rende diverso ogni individuo. Mutilazioni, vite spezzate definitivamente. Da questa situazione di pandemia si può appurare che i privilegiati rappresentano un numero esiguo di entità. Nessuna distinzione di sesso, razza, condizione patrimoniale eppure lo capiamo solo nei momenti difficili… perchè?

In periodo di guerra le parole hanno un peso, vanno pronunciate con cautela. Povertà, decessi, instabilità economiche e l’evidente aumento del carovita sono soltanto i primi di tanti stravolgimenti che hanno caratterizzato il biennio 2020/2022 al netto di un passato problematico sì, ma esente, almeno in parte, da pandemie ed emergenze sanitarie.

Tra i tani grattacapi emersi nell’ultimo lasso di tempo figura lo scarso incremento globale unito ai diversi concorrenti degli anni precedenti contribuendo in maniera sostanziale a un mercato saturo di produzione.

Oltre a dover far fronte alla riduzione delle entrate derivanti dal commercio internazionale in primis e dal turismo poi, gli imprenditori (piccoli e grandi) adesso dovranno considerare nuove e importanti spese che prima non venivano valutate con la giusta misura. Più l’emergenza sanitaria durerà, è più sarà elevato l’impatto che il Coronavirus avrà sulle attività commerciali.

Quindi, ad oggi, il mondo risulta diviso in due fazioni che possono integrarsi in un’unica. Da una parte i piccoli lavoratori con basso reddito e i piccoli imprenditori che stanno vedendo le loro entrate diminuire giorno dopo giorno; dall’altra, invece, sono presi in considerazione i professionisti e gli impiegati qualificati che possono contare su una solida stabilità economica, grazie alla maggior flessibilità e sicurezza garantita dalle grandi aziende.

I RISULTATI DELL’ESPERTO

Ritornando all’aspetto prettamente medico, abbiamo avuto modo di discutere con il Direttore del servizio Epidemiologia dell’Asp di Catania, Mario Cuccia, sulla situazione attuale di Covid in cui versa la Sicilia e in particolare Catania.

Stando ai risultati maturati fino al 22 luglio 2022, i pazienti ricoverati in terapia intensiva nella provincia di Catania sono 242. Le divisioni riguardano 4 nosocomi ben noti nella zona etnea: Cannizzaro, Garibaldi Nesima, Garibaldi Centro e Policlinico San Marco:

Cannizzaro:
Terapia Intensiva= 7
Malattie infettive + Pneumologia= 43
Altro=17

Garibaldi Nesima:
Malattie infettive= 14
Altro= 14

Garibaldi Centro:
Terapia Semi-Intensiva= 11
Pneumologia= 20
Altro= 28

Policlinico San Marco:
Terapia Intensiva: 8
Malattie infettive: 34
Altro: 46

Lo stato clinico di queste persone varia da un livello asintomatico a un livello marcato come quello critico. Sono 66 i pazienti asintomatici, 89 paucisintomatici, 35 lievi, 37 a uno stato clinico severo e 15 in condizioni critiche.

Tra gli ultimi due livelli di positività, per l’appunto severo e critico, è possibile stilare un quadro generale attraverso il grafico messoci a disposizione dal dottore Mario Cuccia.
In particolare l’età media dei soggetti ricoverati in terapia intensiva risulta essere di 72,4 anni, mentre per quanto concerne i pazienti in stato clinico severo presentano un’età media di 79,02 anni.

FOCUS RICOVERATI IN TERAPIA INTENSIVA – 15 SOGGETTI

Non vaccinati/ 1ª dose: 40% (6);

Vaccinati con 2 dosi: 27% (4);

Vaccinati con 3 dosi: 33% (5);

Vaccinati con 4ª dose: 0% (0).

FOCUS RICOVERATI CON STATO CLINICO SEVERO – 37 SOGGETTI

Non vaccinati/ 1ª dose: 57% (21);

Vaccinati con 2 dosi: 8% (3);

Vaccinati con 3 dosi: 32% (12);

Vaccinati con 4ª dose: 3% (1).

Foto foto Pixabay