I test Invalsi usati contro il Sud: la denuncia del Sinalp che parla di una cultura “nordcentrica”

I test Invalsi usati contro il Sud: la denuncia del Sinalp che parla di una cultura “nordcentrica”

SICILIA – Nord acculturato e Sud ignorante. Non ci sta il Sinalp di Palermo che denuncia la condizione di disparità economica e sociale praticata dallo Stato verso la Sicilia e l’uso distorto dei Test Invalsi con lo scopo di attaccare i docenti e gli alunni del meridione.

Andrea Monteleone, segretario regionale della Confederazione Sindacale Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati, insieme ad ANIA, rimanda al mittente  i risultati delle Prove Invalsi, “Rilevazione nazionale degli apprendimentie parla di “cultura nordcentrica che non riesce ad accettare che i ragazzi del sud all’esame di Stato ottengano più lodi e voti più alti rispetto ai ragazzi che frequentano le scuole del nord“.

Risultati fuorvianti e non oggettivi che mirano a creare soltanto un clima di propaganda la quale si diffonde senza criterio in tv e giornali e che come ogni anno, a conclusione degli esami scolastici, tende ad alimentare il pregiudizio e il luogo comune per cui “tutte le volte che qualcosa o qualcuno al Sud vince, deve esserci per forza un imbroglio, e la cosa assume i contorni di una strana fattispecie di atteggiamento razzista anche se nessuno, ovviamente, ha il coraggio, o meglio la dignità di ammettere“.

Sinalp pone due quesiti: “A cosa servono questi test, ipotizzando che siano buoni e giusti, se fin dalla loro istituzione certificano una condizione che dai risultati ottenuti non è mai cambiata? Ma a nessuno viene in mente di andare a leggere quali siano i criteri oggettivi, validi in tutta la penisola, per assegnare la lode o un punteggio tra il 9 ed il 10 ad uno studente? Ragionando secondo il pensiero razzista del nord, decine di docenti delle più svariate materie, infatti, per poter rispettare i criteri previsti per stabilire la lode, dovrebbero mettersi in combutta tra di loro negli ultimi tre anni scolastici assegnando al predestinato annualmente, chiaramente in tutte le materie, il massimo dei voti. Solo così facendo si può aspirare alla lode, e ci chiediamo perché mai questi docenti dovrebbero farlo? E quale sarebbe il loro tornaconto personale?

Monteleone infine invita a “ragionare sulla reale preparazione di uno studente magari senza analizzare come fattore negativo e razzista i livelli di partenza, i contesti economici e sociali, ed diritti più o meno calpestati, come l’esiguo finanziamento dello Stato verso la scuola del sud a differenza di quella del nord, ed i preconcetti geografici diventa facile e quindi è logico e ragionevole offendere, insinuare il dubbio di truffa, verso i nostri ragazzi che magari vivono in contesti urbanistici e sociali di grandi difficoltà e degrado economico che identificano le periferie della grandi città del Sud come Palermo, Catania, Reggio Calabria, Bari e Napoli e con tutto ciò riescono ad emergere“.