Morte del piccolo Domenico, Codacons e associazione art. 32 AIDMA presentano esposto in Procura

Morte del piccolo Domenico, Codacons e associazione art. 32 AIDMA presentano esposto in Procura

CATANIA – Il Codacons, da tempo impegnato anche con uno sportello dedicato “Sos Infezioni ospedaliere” per prestare assistenza alle vittime di infezioni ospedaliere, insieme con l’Associazione Italiana Diritti del Malato art. 32 – AIDMA denunciano, con un esposto depositato alla Procura di Catania, il nuovo drammatico caso che ha interessato il piccolo Domenico Bandieramonte di Lampedusa.

Il bambino di 4 anni, che era finito all’ospedale San Marco di Catania per un disturbo intestinale, sarebbe stato infettato da un batterio enterococco che gli ha devastato tutti gli organi e provocato tre arresti cardiaci e persino un edema cerebrale, portandolo fino alla morte, avvenuta nella notte scorsa all’ospedale di Taormina.

Le circostanze descritte dalla madre del piccolo – spiega l’avvocato Carmelo Sardella, Dirigente dell’Ufficio Legale Codacons – se effettivamente accertate come vere, potrebbero concretizzarsi in condotte penalmente rilevanti a carico dei soggetti responsabili di tale infezione ospedaliera, dal reato di omissione di atti d’ufficio a quello di omesso controllo e vigilanza nonché i reati contro la salute pubblica e il reato di responsabilità colposa per la morte“.

Ogni ospedale è tenuto all’adozione di specifiche misure preventive al fine di evitare il più possibile il diffondersi di batteri e, pertanto, il contagio dei pazienti“, prosegue.

Sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane – ricorda il Codacons è emerso, invece, che i decessi a causa di infezioni contratte nell’ambito ospedaliero italiano sono notevolmente aumentate: secondo il Rapporto Osservasalute 2018 le morti per sepsi in Italia costituiscono il 30% di quelle dell’intera Unione Europea e sono passate da 18.668 del 2003 a 49.301 del 2016. Le infezioni contratte in ospedale provengono molto spesso da altri pazienti contagiati o dall’utilizzo di strumenti non adeguatamente sterilizzati“.