Confermata la sentenza sul caso dell’ “Ambulanza della Morte”: ergastolo a Davide Garofalo

Confermata la sentenza sul caso dell’ “Ambulanza della Morte”: ergastolo a Davide Garofalo

CATANIA – Soddisfazione per la sentenza di conferma dell’ergastolo nei confronti dell’ambulanziere adranita Davide Garofalo, è stata espressa oltre che da parte delle famiglie delle vittime anche dalla parte civile Codacons, rappresentata dall’avvocato Carmelo Sardella, che in questi anni ha difeso i familiari delle vittime degli orrori perpetrati sull’ambulanza incriminata dove la morte di malati terminali è stata accelerata dall’iniezione in vena di aria con una siringa nel tragitto ospedale-casa.

La terza sezione della Corte d’Assise di Appello di Catania ha infatti confermato l’ergastolo nei confronti dell’ adranita Davide Garofalo, ritenuto colpevole dei reati relativi all’inchiesta sull’Ambulanza della Morte che operava nei dintorni dell’ospedale di Biancavilla. Con la sentenza di oggi, cade solo un’aggravante su uno dei tre omicidi commessi che ha permesso a Garofalo di beneficiare della riduzione della durata dell’isolamento a 11 mesi fissato invece in primo grado per un anno e 2 mesi.

Riguardo a Garofalo, la prima sezione della Corte d’Assise di Catania aveva inflitto una pena più severa rispetto a quella che era stata richiesta dal pubblico ministero titolare dell’indagine Andrea Bonomo che durante la requisitoria aveva chiesto 30 anni di carcere.

La richiesta del pubblico ministero era nata escludendo alcune aggravanti come quella della crudeltà che non avrebbero fatto scattare l’ergastolo. Con la sentenza in primo grado, la Corte aveva invece riconosciuto altre aggravanti come quella del mezzo insidioso, l’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa, l’aver commesso il reato con abuso di prestazione d’opera ed infine di aver commesso il fatto per agevolare le attività illecite dell’associazione mafiosa.

Un secondo imputato, Agatino Scalisi, che avrebbe agito assieme a Garofalo, giudicato con rito abbreviato, è stato condannato a 30 anni di reclusione in primo grado per l’omicidio di Maria Giardina.