Lettera aperta al Presidente Vladimir Putin

Lettera aperta al Presidente Vladimir Putin

Signor Presidente,

parto dal principio che le vie del Signore sono infinite, chissà se riuscirà a leggere e a condividere questa lettera, me lo auguro di cuore.
Sono trascorsi più di quattro mesi dall’inizio delle ostilità della Russia contro l’Ucraina e che nessuna possibilità di dialogo tra i vari Capi di Stato, dell’Europa e del mondo intero sia riuscita a raggiungere un accordo per un “Cessate il fuoco” ed arrivare, tra le parti interessate al conflitto, al compimento di una concordia, come ci si aspetterebbe, oggi più di prima, fra Paesi altamente “civilizzati”. Mi permetto di proporre un’analisi dell’attuale situazione geopolitica che affiora nel Continente Asiatico-Europeo.

Mi permetta, Presidente Putin, di fare qualche passo indietro nella storia: la storia insegna molto e, ahimè, chi non vuole conoscere e farne tesoro, specie quella propria, mette a rischio il futuro del proprio Paese e quello di tantissimi altri. Quando ebbe fine la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti capirono che l’Urss stava per diventare un pericolo per molti Paesi europei, sia per la minaccia comunista che per una possibile rottura di amicizia atlantista, e così con il “European Recovery Program” il segretario di Stato americano George C. Marshall portò avanti il progetto per finanziare i Paesi più colpiti dall’ ultimo conflitto mondiale.

Di contro Stalin per non perdere i rapporti di alleanza con i partiti comunisti, specie quello italiano, non ci pensò due volte a finanziare il PCI in Europa per farlo crescere e conquistare il potere. Purtroppo i Movimenti comunisti in Europa non ebbero una potente integrazione, mentre gli Stati Uniti d’America, con i forti finanziamenti di ricostruzione, tramite il Piano Marshall, ebbero la meglio ed ecco: la Nato. Alleanza Militare che, adesso, sta facendo gola a tutti, specie a quei Paesi del corollario russo.

E come se non bastasse, caro Presidente Putin, Lei ha continuato con la politica sciocca di finanziare, fino a qualche anno addietro, partiti e movimenti politici emergenti, specie nel suolo italico, con la speranza di avere dalla sua parte gruppi parlamentari italiani pronti ad assecondarla sull’invasione ucraina. Lei è partito alla grande per passare alla storia, come lo “Zar del Duemila” capace di ripristinare la vecchia URSS

Purtroppo, la storia insegna sempre a non commettere gli stessi errori del passato.

I corsi e ricorsi storici vichiani, sono un tesoro da gestire e da portare avanti per non commettere sbagli enormi. Lei, presidente Putin, si è sentito tradito, proprio dall’Ucraina, quando ha compiuto il voltafaccia nell’acconsentire alla Russia di riprendersi la Crimea e rendere libera di autogovernarsi, la regione del Donbass.

L’evoluzione della gestione diplomatica moderna, democratica e di rispetto, tra Paesi evoluti e altamente civilizzati, è sprofondata nel baratro, visto che negli ultimi cinque mesi nessun leader europeo, asiatico e atlantico, per non parlare del “G7”, “G20” e chi più ne vuole più ne metta, abbia avuto forza e coraggio di concludere accordi di pace ed evitare decine di migliaia di morti inutili e potenziali cause di fame nei Paesi bisognosi, in riferimento al grano ammassato nei porti ucraini a rischio di marcire.

Il presidente Biden, un altro leader statunitense che ignora la propria storia e cade nella trappola del favoritismo per la produzione nonstop di armi delle industrie del Cartello atlantista. Di certo Biden non ha pensato alla brutta e cieca esperienza della Guerra nel Golfo di trenta anni fa e alla eliminazione di Saddam Hussein ed a tutto quello che è scaturito con i 20 anni di guerra e ancora, di decine di migliaia di vittime, fra cui tanti italiani, in tutto il Medio Oriente, e Paesi abbandonati nel caos e al proliferare di cellule terroristiche, fortemente organizzate e capaci di compiere eccidi negli States e in molti Paesi europei. La eliminazione di Mu’ Ammar Gheddafi, un altro grande errore statunitense che ha lasciato la Libia nel caos e in mano ai trafficanti di emigranti.

La Nato di oggi, serve o non serve? I dubbi sorgono a bizzeffe, specie nel poter diventare un potenziale artefice di una guerra mondiale nel continente euroasiatico. Tutto avremmo potuto immaginare, tranne che trenta Paesi della Nato, potessero acconsentire all’invio di armi evolute in Ucraina per continuare una guerra assurda ed in crescendo, come se non bastassero le vittime fin’ora registrate, addirittura fra bambini, donne e anziani.

A questo punto, la soluzione di un accordo di pace è impellente, non si può continuare a “giocare” con la guerra come tra bande di bulli, che fanno male assai e senza rendersi conto delle morti assurde provocate.

Voglio chiudere con un ”appunto”: se Lei avesse pensato, a partire da venti anni fa, a preparare e ad assecondare le esigenze di Paesi europei, come la Francia, Germania, Italia, più Ucraina, Polonia, Slovenia, Georgia, Lituania, Svezia, Norvegia e Finlandia a fornire materia prima energetica, anche gratis, mostrare disponibilità di aiuti sociali, non si parlerebbe per nulla di Nato e di Atlantismo come suoi nemici.

Quando uno statista vuole ingraziarsi i Paesi confinanti, non deve perdere l’occasione di dimostrare di essere un buon “Pater Familias”. Suggelli questo consiglio presidente Putin, ancora è in tempo. Pensi subito di scongiurare un conflitto mondiale, interrompendo questi attacchi bellici, prima che le inimicizie e gli odi proliferino. E sia, piuttosto, artefice di un accordo di pace, poi finanzi un piano Marshall per l’Ucraina e per gli altri Paesi vicini. Vedrà che molto presto gli odi e rancori cadranno nel dimenticatoio e … svanirà anche la voglia di quei Paesi di far parte della Nato che sta già molto sulle palle ai Paesi europei.

Giuseppe Dei Firrincieli