“Blu. Una storia di vita e di mare” di Sergio Bambarén

“Blu. Una storia di vita e di mare” di Sergio Bambarén

Peruviano di nascita naturalizzato australiano, Sergio Bambarén ingegnere, turista del mondo, ha sempre pubblicato storie di tesori sommersi negli oceani profanati dall’uomo. Scrittore, ecologista, surfista alla ricerca di nessun baule di monete d’oro, né scheletri di navi sprofondati negli abissi.

La voce sottovoce dell’onda, quella sì che come protagonista assoluta ha il potere di deformare il corso naturale della nostra storia. A lezione di vita ma lontano dalla cattedra, i personaggi atterrati sulla carta per opera di Sergio Bambarén vivono una vita monocromatica, il BLU del mare subordinato a sfumature cangianti in meno di mezzo giro di lancette. L’acqua azzurra suggerisce comportamenti che mai avremmo pensato di adottare, sarà l’aria salmastra a provocare le giravolte dei sensi o forse la prigione dei castelli di sogni e sabbia prima di correre verso la dimensione libera “dipinta di BLU”. E allora via, verso l’avventura cui non hai mai permesso di sfiorarti nelle notti di luna piena pigre il doppio dell’orologio del sole. I piedi nudi si lasciano attrarre dalla parte onesta della Terra, l’acqua lava e leva le impurità avvizzite nell’anima. Tutto questo lo sa bene Sergio Bambarén al suo arrivo nell’isola di Tobago, una piccola isola nel mar dei Caraibi. Isola dell’Oceano Atlantico, 300 km2 al largo del Venezuela. Insieme all’isola di Trinidad, l’isola delle Antille minori forma lo stato di “Trinidad e Tobago”.

Le spiagge incontaminate offrono oasi refrigeranti grazie alle altissime palme da cocco sotto cui chilometri di sabbia bianca e impalpabile assicurano un’ottima base logistica agli sport acquatici. Da parte sua, il mare cristallino mostra tutta la disponibilità ad accogliere le acrobazie pittoresche della passione BLU. Snorkeling, Kayaking, Surf, immersioni subacquee, sono solo alcune discipline sportive molto praticate nelle isole caraibiche.

Credit Google/Ibs

Quale location migliore per misurare (e superare) limiti sopra e sotto il primo strato di BLU pixellato dal tetto del mondo?

Dove la vita sembra dormire, il mare cristallino confessa la Natura benedetta dal manto azzurro. Capita che la bella copia dell’onda perfetta venga interrotta da una sequenza di sorelle gemelle sgraziate, fluttuazioni ordinarie, niente a che vedere con il valzer accompagnato dal canto delle sirene. Accorgersi di essere vivi, questo è il messaggio esplicito, più volte ripetuto nelle opere di Sergio Bambarén, perdersi per poi ritrovarsi arricchiti da una nuova intimità di pace galleggiante oltre il visibile.

BLU. Penso disse Dio quando volle il mare. Che sia tutt’uno con il recipiente di stelle per fare luce al salto del delfino o al nuoto della balena ingombrante.
BLU. Colore sacro copiato e incollato dalla dimora eterna.
BLU. Miniera d’acqua a conoscenza che in ognuno di noi c’è un mondo subacqueo non meno profondo della cantina di un oceano. Lì, polvere accatastata dagli anni, affatica il respiro trascinato a forza dalle correnti contrarie.

Quando il corpo incontra l’acqua la mente si svuota“.

Nelle sue perle per niente ambiziose di diventare racconto, il surfista Bambarén applica la metafora al vissuto dell’uomo. Nella meraviglia del viaggio cambia il bagaglio ma non la zavorra nemica dell’anima, ed è a questo groviglio intricato che l’esperto subacqueo fa leva per disperdere al largo le sue tensioni.

L’esistenza ci porta a percorrere sentieri a cui non avremmo mai pensato, e se guardiamo all’intera danza con un’adeguata apertura mentale, saremo in grado di trarre vantaggio da ogni occasione che la vita ci pone di fronte”.

Il BLU del giardino acquoso ispira la voce spirituale spesso chiusa nell’ultimo cassetto ma di cui conserviamo ancora la chiave. È stata una vera fortuna aver sigillato malamente l’entità immateriale nello stesso ingombro di pelle, ossa, muscoli pulsanti.

Perché una volta che s’incontra l’acqua la mente si svuota? So di aver provato questa sensazione in precedenza, ma ogni volta ma ogni volta che mi trovo a viverla è come se fosse la prima volta. Il tepore dell’acqua, quel senso di libertà, il respiro che si acquieta, come se non si dovesse respirare più, ed essere un tutt’uno con l’oceano”.

A tu per tu con la paura, la lezione di nuoto nelle voragini personali promuove gli allievi conferendo loro dosi di consapevolezza perduta durante il capriccio di un’onda verde di rabbia.

Estasiati dalla cartolina orientale illustrata a parole è impossibile rimanere sobri respirando il profumo di salsedine evaso dalle righe, anch’esse BLU, ma d’inchiostro. Paradisi guardati a vista dagli angeli a testa in giù. Qualcosa non torna. Uno spareggio finale all’ultimo voto: specchio di mare o riflesso di cielo? Vincerà la porzione di pace offerta da Madre Natura con il consenso del Padre.

Non cercate il capoverso della trama nei libri di Sergio Bambarén, non lo trovereste, lo scrittore firma lezioni di nuoto alle onde innamorate di vertigini. Quanto sa essere convincente il sè preso in ostaggio da catene irreali prive di nome.

Perché, se non ti cerchi come speri di trovarti?