Sequestrato il depuratore di Priolo Gargallo: l’accusa è di disastro ambientale aggravato

Sequestrato il depuratore di Priolo Gargallo: l’accusa è di disastro ambientale aggravato

PRIOLO GARGALLO – Gli agenti del Nictas della Procura di Siracusa e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Siracusa hanno sequestrato l’impianto biologico consortile gestito da Ias (Industria acque siracusane) a Priolo Gargallo, nel Siracusano.

La conseguenza è stata la “Sospensione per un anno dall’esercizio di qualsiasi mansione all’interno delle società coinvolte nell’indagine, nonché presso imprese concorrenti o comunque operanti nel medesimo settore produttivo” dei vertici dell’Ias e delle società cosiddette grandi utenti (Versalis, Sonatrach Raffineria Italiana, Esso Italiana, Sasol Italy, Isab, Priolo Servizi) che nel depuratore immettono i loro reflui industriali. L’accusa si tratterebbe di disastro ambientale aggravato in relazione all’inquinamento atmosferico e marino

Secondo la Procura di Siracusa una “Enorme quantità di sostanze nocive sarebbero state abusivamente immesse in mare e in atmosfera. Il disastro ambientale aggravato si configura per la tossicità e nocività per la salute dell’ambiente e degli uomini, dalla durata dell’abusiva emissione e dal numero di persone potenzialmente interessate dalla loro diffusione“.

L’ordinanza del gip del Tribunale di Siracusa ha riconosciuto la “Totale inadeguatezza dell’impianto sequestrato allo smaltimento dei reflui industriali immessi dalle società coinvolte, tanto da stabilire che il depuratore dovrà continuare ad operare solo con riferimento ai reflui c.d. domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale. Il provvedimento si è reso indispensabile per impedire che il depuratore continuasse ad operare sulla base degli attuali titoli autorizzatori, che sono stati ritenuti non conformi a legge, non più efficaci da oltre un decennio e comunque solo parzialmente rispettati”. Secondo la Procura la gestione Ias avrebbe prodotto negli anni l’immissione non consentita in atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive (fra cui alcune sostanze cancerogene come il benzene) e di oltre 2500 tonnellate di idrocarburi in mare negli anni fra il 2016 ed il 2020.

La gestione dell’impianto è stata affidata ad un amministratore giudiziario. I reflui provenienti da Melilli e Priolo Gargallo continueranno ad essere immessi e depurati dall’impianto in sequestro.

Di seguito la nota diffusa dalla Esso Italiana sulla vicenda:

* In merito al sequestro del depuratore IAS presso il polo petrolchimico siracusano e in particolare al coinvolgimento della Esso Italiana in qualità di utilizzatore nelle presunte fattispecie di reato, riteniamo doveroso ed opportuno precisare che la Raffineria sita in Augusta (Siracusa) è stata ceduta dalla Esso Italiana nel corso del 2018 e pertanto, diversamente da quanto riportato:

· la Esso Italiana allo stato non produce alcun refluo che venga immesso nel depuratore IAS

· nè i vertici aziendali nè alcun altro dipendente della Esso Italiana sono stati oggetto di divieto di esercizio delle proprie mansioni od altra misura restrittiva o interdittiva

Foto di repertorio