In crescita i laureati nel mondo del calcio, quando studiare e fare sport si può

In crescita i laureati nel mondo del calcio, quando studiare e fare sport si può

ITALIA – Quando sembrano due strade parallele ma finiscono per incrociarsi. È proprio questa l’analogia che accomuna sport, in questo caso il calcio, e studio.

Studiare ed essere un professionista sportivo potrebbe sembrare qualcosa di atipico ai giorni d’oggi, una strada in più per ottenere maggiori certezze in caso di scivoloni nel mondo del pallone dove spesso molti ragazzi si sentono “arrivati” sancendo la loro parabola discendente. Le stelle si spengono mentre le leggende rimangono impresse nella storia.

Nel nostro Paese, infatti, il 4,8% dei giocatori di Serie A, Serie B e Serie C è laureato e ben l’11,4% è iscritto a un corso universitario, per un totale di 16,2% diAtleti-Studenti” che conferma il trend decisamente positivo degli ultimi anni.

Un risultato frutto anche dell’impegno dell’Associazione Italiana Calciatori nel sottolineare l’importanza dell’apprendimento attraverso l’offerta di programmi didual-career” e attività di orientamento e consapevolezza sin dalle giovanili.

La visione generale che si ha del calcio, a scopo prettamente informativo, va ad intaccare valori come l’amicizia, la perseveranza, il sacrificio e la voglia di divertirsi. Concetti che vanno a scemare a seguito di numerose critiche su determinati comportamenti ritenuti cattivo esempio per i più piccoli.

Per quanto riguarda la massima serie, la quota di laureati costituisce il 2% del totale ed è caratterizzata dall’alternanza di percorsi in ambito economico-aziendale e di stampo sportivo.

Nel campionato cadetto, invece, la percentuale sale al 4,7%, con una varietà di indirizzi più ampia. In Serie C, la cifra si spinge fino al 5,7%, indice anche di una consapevolezza nel considerare una carriera extracalcistica dopo il ritiro.

In questo ambito la pianificazione diventa fondamentale. A seconda dei livelli agonistici raggiunti, lo sportivo può tracciare un bilancio della propria carriera, che termina in età giovane. Si può scegliere di proseguire fuori dal rettangolo verde di gioco. Lo si può fare in maniera correlata all’aspetto formale e societario di un club oppure cambiando campo lavorativo.

Giorgio Chiellini nella storia recente è uno dei pochi che nel suo curriculum può vantare diploma al liceo, Laurea in Economia e Commercio e nel 2017 laurea magistrale in Business Administration con 110 e lode. Una vita dedicata al calcio giocato non può che giovare internamente ad una società i cui valori e mentalità sono cuciti sulla maglia.

Prendere una scelta come quella della laurea, per un calciatore, stabilisce un cammino controcorrente. Dimostrare che si può essere competitivi fuori dal campo richiede sacrificio in quanto senza di esso non c’è gloria.

Le persone competenti fanno più paura perchè sono meno manovrabili. Ogni esame rappresenta un piccolo traguardo raggiunto dimostrando che volere è potere e la forza motrice per il raggiungimento di un obiettivo è rappresentata dalla volontà.

Fonte foto Facebook – AC Reggiana 1919