Arriva il primo rapporto Censis-Green&Blue sulla transizione ecologica: male le città siciliane

Arriva il primo rapporto Censis-Green&Blue sulla transizione ecologica: male le città siciliane

ITALIA – È stato redatto il primo rapporto sulla transizione ecologica in Italia. A studiare la situazione nelle varie città italiane è stato il Censis che ha registrato l’indice di transizione ecologica di tutti i comuni capoluogo di provincia del Paese.

L’indice di Transizione Ecologica è il prodotto di analisi effettuate sulle 3 dimensioni che compongono il campo di azione complessivo della transizione: contesto, popolazione e imprese.

Mentre le prime due dimensioni premiano i risultati ottenuti scattando una fotografia della situazione attuale, la terza premia il percorso fatto dalle imprese dal 2016 ad oggi guardando prevalentemente agli investimenti dedicati al raggiungimento della transizione ecologica. In questa dimensione è attribuito un punteggio maggiore a chi ha investito in questi anni (e sta quindi correndo verso un processo produttivo a impatto zero).

Viene invece attribuito un punteggio minbore sia a chi non ha ancora iniziato ad investire, sia ai pionieri della transizione che, pur avendo investito prima del 2015, non lo hanno fatto negli ultimi 6 anni, rallentando di fatto la corsa verso la transizione ecologica.

L’analisi riguarda le 107 province/città metropolitane. Per confrontare la performance di ciascuna province/città metropolitana si è proceduto a classificarle in 4 grandi gruppi, in base alla loro dimensione demografica:

  • Città metropolitane (14);
  • Province con più di 500mila abitanti (24);
  • Province tra i 300mila e i 500mila abitanti (34);
  • Province con meno di 300mila abitanti (35).

Il punteggio dell’indice Green&Blue permette sia la comparazione della performance tra le province di dimensione simile sia la comparazione tra il punteggio raggiunto da ogni provincia con quello del benchmark rappresentato dalla “provincia ideale” alla quale è attribuito un punteggio pari a 100.

La “provincia ideale” assume i valori migliori tra quelli osservati per ciascuno degli indicatori elementari considerati.
La città metropolitana più avanti nella transizione ecologica è Firenze con un punteggio nell’indice complessivo pari a 80,1 su un massimo di 100 (tab. 7). Questo risultato deriva dalla combinazione del secondo posto assoluto nella dimensione “popolazione” (88,3 punti) e degli alti punteggi conseguiti nelle dimensioni “contesto” e “imprese”, rispettivamente 74,1 e 77,8 punti (quinto e sesto punteggio più alto tra le città metropolitane).

Brutte notizie per la Sicilia: Catania è al 12esimo posto, Palermo 13esimo. La più “soddisfacente” è Messina al 10 posto. La Città metropolitana con punteggi bassi in tutte e tre le dimensioni è Napoli che chiude la classifica al 14esimo posto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le province con più di 500mila abitanti è Bolzano ad ottenere il punteggio più alto (tab. 8).

Tra le province tra 300mila e 500mila abitanti, sono Pordenone (80), Parma (79,4) e Potenza (79,2) a ottenere i punteggi più elevati (tab. 9). Dati scoraggianti per la Sicilia che piazza Trapani al 12esimo posto, Agrigento al 16esimo, al 28esimo posto Siracusa e all’ultimo posto della classifica generale, Ragusa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel gruppo più numeroso, quello delle province con meno di 300mila abitanti, è La Spezia a ottenere il punteggio più alto. Mentre la Sicilia si posiziona al 14esimo posto con Caltanissetta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra gli indicatori in ambito “Contesto” troviamo: l’acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale, percentuale di giorni di superamento del valore giornaliero di riferimento per la salute, definito dall’OMS (15 µg/m³), sul totale delle misurazioni valide giornaliere di PM2,5 per tutte le tipologie di stazione (traffico urbano e suburbano, industriale urbano e suburbano, fondo urbano e suburbano, rurale).

Invece, tra gli indicatori ambito “Popolazione”: autovetture circolanti immatricolate da più di 10 anni, percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani.

Infine, tra gli indicatori nell’ambito “Imprese”: imprese che hanno investito tra il 2016 e il 2020 in prodotti e tecnologie a maggior
risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, Entrate previste dalle imprese nel 2021 per le quali viene richiesta competenza con
grado di importanza “elevato” di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

Per consultare il file integrale del rapporto-Censis-Green&Blue clicca qui