Amatori Catania, 52 anni fa la prima promozione in Serie A. Martedì la “rimpatriata” tra gli ex giocatori

Amatori Catania, 52 anni fa la prima promozione in Serie A. Martedì la “rimpatriata” tra gli ex giocatori

CATANIA – Cinquanta anni fa (52 in effetti ma la ricorrenza ha subito i rinvii imposti dalla pandemia) l’Amatori Catania giocava a Roma una partita-spareggio col Piacenza. In palio non c’erano semplici punti. Ma la promozione in serie A. E fu la prima promozione in seria A dell’Amatori.

Aveva già scritto pagine importanti nella storia del rugby siciliano, ma con quella partita spareggio stravinta dai catanesi col punteggio di 19 a 6 (solo due drop per i piacentini) segnò l’ingresso di quella squadra, di quella società nell’èlite del rugby nazionale, ma non solo visti i tanti giocatori catanese più volte convocati in nazionale. E di pagine di storia, a partire da quel 26 aprile ne sono state scritte davvero tante.

E, pensate un po’, indimenticabili per gran parte dei giocatori a seconda della stagione, ma tutte, proprio tutte, impresse nella mente di Turi Giammellaro. Era in campo a Piacenza, era martedì scorso (il 26 aprile per l’appunto) alla festa organizzata da Santa Russo, compagna e moglie da sempre di Turi. “Ha fatto tutto lei – non ha fatto altro che ripetere – per me poteva anche non fare nulla”.

Ma, è risaputo, dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Avrebbe fatto a meno di quella celebrazione Giammellaro? Falso. E lo dimostrano i lucciconi che gli sono venuti quando il delegato del Coni Enzo Falzone, dopo un “discorsetto” di rito ha consegnato un premio a Turi che dice a tutti, con grande orgoglio di avere 82 anni. Ed è in grande forma.

Nel fisico ma soprattutto con la memoria legata alla storia dell’Amatori in campo e fuori dal campo. Non un vero premio ma un riconoscimento dovuto a chi ha fatto del rugby e dello sport la sua grande ragione di vita. È arrivato per primo Turi. Tra le mani un sacco bianco pieno di cravatte. Sì, cravatte. Nuove, ancora nelle buste. “Sono solo una piccola parte di quelle che ho a casa. Me le hanno regalate tutte le squadre, le nazionali, le federazioni con le quali ho avuto a che fare”.

E le butta su un tavolo invitando tutti a scegliere. “Prendetele sono vostre”. E così tutti fanno, proprio tutti. Anche chi scrive. E quando Turi riceve il premio non poteva mancare quello che più che un incitamento è diventato un inno: “Arriba, arriba Amatori”. Tutti lo hanno gridato. Si proprio tutti. Tanti, tantissimi i giocatori delle varie squadre che sono intervenuti. Meglio non citarli finirei col dimenticarne qualcuno e non sarebbe giusto. “Come stai invecchiando male”. “Guarda chi parla”. Queste le frasi più usate a ogni saluto. Ma sempre con abbracci e sorrisi.

E nei tanti discorsi non sono stati dimenticati, non potevano essere dimenticati, Benito Paolone, Santino Granata, Lino Castagnola e Silvestro Stazzone. Anche chi tra i giocatori non c’è più è stato ricordato con un velo di tristezza. Poi la cena per una organizzazione perfetta. Sì, dietro un grande uomo, Turi Giammellaro, c’è sempre una grande donna, Santa Russo.

Foto

 

 

Foto Donatella Turillo

Articolo a cura di Fabio Tracuzzi