Gelati Twix, Bounty e M&M’s con ossido di etilene: la sostanza è cancerogena e vietata, perché la usiamo?

Gelati Twix, Bounty e M&M’s con ossido di etilene: la sostanza è cancerogena e vietata, perché la usiamo?

ITALIA – Dopo i ben 150 casi di salmonellosi causati da contaminazioni sospette all’interno dell’industria Ferrero con sede in Belgio, un nuovo rischio per la salute è stato rappresentato da alcuni prodotti a marchio Mars.

I prodotti sarebbero stati segnalati dai supermercati Decò e Unes che avrebbero descritto come pericolosi alcuni lotti di gelati Twix, Bounty e M&M’s per contaminazione chimica da ossido di etilene. La lista accurata dei lotti coinvolti nel ritiro è visitabile cliccando qui.

Negli ultimi due anni molti altri prodotti sarebbero stati ritirati dal mercato: parliamo di gelati confezionati, semi di sesamo, diverse spezie e integratori. La motivazione alla base dei ritiri è la presenza, oltre i limiti di legge, di ossido di etilene.

Questa sostanza è vietata in Europa già dal 1991 perché potenzialmente cancerogena, ma nonostante ciò è ancora utilizzata in paesi come l’India, gli Stati Uniti e il Canada su vari prodotti alimentari che vengono importati anche nel vecchio continente.

Nondimeno, sull’utilizzo dell’ossido di etilene in campo alimentare l’Unione Europea è stata chiara: il cibo non sicuro importato deve essere rimosso e scartato in conformità con la legislazione europea. Dal 2022, inoltre, alle frontiere, vengono effettuati controlli ancora più stringenti sulle importazioni.

Cos’è l’ossido di etilene e perché è pericoloso?

L’ossido di etilene è un disinfettante gassoso utilizzato a livello industriale per la sua capacità di inibire e uccidere batteri, funghi e virus. Queste sue proprietà lo hanno reso, in campo alimentare, un’alternativa alla pastorizzazione soprattutto per gli alimenti termolabili, ovvero quelli che risentono delle alte temperature del processo di pastorizzazione.

All’interno della Comunità Europea, l’utilizzo dell’ossido di etilene nell’industria alimentare è vietato dal 1991 e nel 1994 questa sostanza è stata classificata come cancerogena, mutagena e tossica per la riproduzione, in quanto in grado di determinare un aumento di linfomi e leucemie.

Inoltre – nel corso di una valutazione dei rischi derivanti dalla presenza sul mercato di prodotti contaminati con l’ossido di etilene – l’AFSCA (l’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare in Belgio) avrebbe dichiarato che i consumatori sono “esposti a un rischio cronico potenziale”. Infatti, consumare quotidianamente una quantità consistente di alimenti contaminati da ossido di etilene comporterebbe un serio rischio per la salute.

Nello specifico, ecco i rischi dei quali stiamo parlando: se inalato – come spesso succede nei casi di lavoratori che vi entrano in contatto – l’ossido di etilene è irritante per le mucose e può causare, in questi casi, sintomi come nausea, vomito, mal di testa e tosse.

Nell’organismo umano, l’ossido di etilene è altamente solubile nel sangue e può essere facilmente assorbito anche a livello delle vie aeree o ingerito con gli alimenti. Grazie alla sua solubilità, viene trasportato dal sangue in tutti i distretti corporei e trasformato in glicole etilenico, per poi essere eliminato per via renale con le urine.

I maggiori rischi, dunque, sono rappresentati da un’esposizione cronica, proprio come quella dei lavoratori. Se l’esposizione è cronica, infatti, si possono avere neuropatie e anemie. Inoltre, hanno anche evidenziato effetti all’apparato riproduttivo e teratogeni per il feto.

I lavoratori che sono esposti a questo composto hanno una maggior probabilità di sviluppo di tumori a livello della mammella, stomaco e cervello.

Immagine di repertorio