Giro di prostituzione nel centro storico, avviso di conclusione indagini per 7 indagati: si va verso il processo

Giro di prostituzione nel centro storico, avviso di conclusione indagini per 7 indagati: si va verso il processo

AGRIGENTO – Dopo la scoperta del giro di prostituzione nel centro storico di Agrigento, adesso 7 indagati vanno verso il processo.

Il pubblico ministero di Agrigento Giulia Sbocchia ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 2 agrigentini e 5 donne sudamericane, finiti nei guai nel 2014, nell’ambito dell’operazione “Saponara”, dal nome della via dove gli indagati avevano messo su delle vere e proprie case d’appuntamento.

Si tratta delle sorelle Marival Magaly Manrique Mendoza, intesa “Camilla”, 49 anni, nata in Perù, residente in Due Carrare (Padova), domiciliata in Agrigento in via Saponara, e Jacqueline Yanina Mandoza Manrique, intesa “Janina”, 38 anni, nata in Perù, residente in Cisterna di Latina (Latina) domiciliata in Agrigento, e ancora la loro madre Cirila Maria Huacache Manrique, 79 anni, nata in Perù, residente a Cisterna di Latina, Maria del Pilar Manrique Torres, intesa “Pilar”, 56 anni, nata in Perù, residente in Guidonia Montecelio, domiciliata in Agrigento, Eugenio D’Agostino, 51 anni, di Agrigento, Giuseppe Salamone, 31 anni, di Agrigento, e Valdirene Maria De Oliveira Vieira, 49 anni, nata in Brasile, residente in Sant’Angelo di Piove di Sacco.

Gli indagati dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il collegio difensivo è composto tra gli altri, dagli avvocati Fabio Inglima Modica, Gianfranco Pilato, Daniele Re, e Alessandro Marchica.

Il vasto traffico di prostituzione era stato scoperto nel centro storico della città dagli agenti della squadra Mobile della Questura di Agrigento. Gli indagati avrebbero gestito due case d’appuntamento nella zona alta della via Atenea, una in via Saponara 10, e la seconda in via Neve 54.

È emerso che il giro di prostitute coinvolgeva in particolar modo ragazze sudamericane di nazionalità colombiana, peruviana, venezuelana e brasiliana, ma anche italiane.

I clienti le contattavano tramite gli annunci pubblicizzati in servizi erotici sulla stampa locale o online. Le indagini degli agenti della Mobile hanno permesso di accertare un grosso giro di affari.

Gli indagati pretendevano la metà dei guadagni, che venivano partitamente contabilizzate dalle sorelle Mendoza Manrique e da Torres Manrique Pilar e riversate, anche a mezzo post-pay, a Cirila Maria Huacache.

Foto di repertorio