Al liceo Spedalieri la XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno

Al liceo Spedalieri la XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno

CATANIA – Il cortile del liceo classico Spedalieri, il luogo dove si danno appuntamento tutti i neuroni del mondo, il 21 marzo ha ospitato la “XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, manifestazione ufficiale di Libera Catania.

Il tema dell’edizione di quest’anno è Terra mia Coltura/Cultura, una scelta che si propone di tenere insieme 2 dimensioni di impegno, coltivare la terra e la memoria per raccogliere frutti capaci di dare vita.

Dopo aver proposto uno dei discorsi più affascinanti del giudice Borsellino, il discorso di San Domenico (in omaggio al trentennale delle stragi del ’92), la preside Vincenza B. Ciraldo, docenti e studenti dello Spedalieri, rappresentanti di numerose scuole catanesi, esponenti di Libera, il prefetto Librizzi, l’assessore Barbara Mirabella, la direttrice del carcere di piazza Lanza Zito hanno preso parte all’emozionante lettura di tutti i numerosi nomi delle vittime innocenti delle mafie, sulle note dell’orchestra Musicainsieme a Librino.

Si tratta di una tappa fondamentale di un percorso formativo denominato Scuola di legalità, che, grazie a Libera e al contributo di vari ospiti (il giornalista e scrittore Salvo Palazzolo, Dario Montana, il presidente del tribunale dei minori Roberto Di Bella e tanti altri) vuole approfondire il senso e il valore del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (nel trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio).

Ogni classe ha aderito esponendo uno striscione, un lenzuolo, un cartello con il nome di una vittima, privilegiando le figure meno note e creando un’atmosfera trascinante e suggestiva.

Non è mancata la sorpresa finale, l’inaugurazione dellascala della legalità”; il nome di un caduto per mano della criminalità per gradino, sullo sfondo dei colori arcobaleno della pace.

Alle origini del 21 marzo c’è il profondo disagio che Carmela Montinaro, madre di Antonino Montinaro (caposcorta di Giovanni Falcone), manifesta a Don Ciotti.

Perchè i nomi di alcune vittime sono ricordati, coccolati, custoditi e altri dimenticati, ignorati, sepolti dall’oblio? Tutti hanno il diritto di essere chiamati per nome, perché tutti hanno un’identità, una storia, un sogno spezzato. Da quell’incontro nasce la lettura integrale dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, che non a caso si tiene il 21 marzo; il primo giorno di primavera vuole evidenziare la ripartenza, la rinascita, il risveglio della natura e delle coscienze.

Questa è la sfida di Libera, questa è la sfida dello Spedalieri.

Le interviste ai protagonisti

 

Foto di Valeria Sanfilippo