Dieta chetogenica, a chi può migliorare la qualità della vita: lo studio dell’Università di Catania con “Nutrients”

Dieta chetogenica, a chi può migliorare la qualità della vita: lo studio dell’Università di Catania con “Nutrients”

CATANIA – Pubblicato uno studio, coordinato da un team di ricercatori dell’Università di Catania, sulla prestigiosa rivista internazionale Nutrients”. La dieta chetogenica può migliorare la qualità di vita dei pazienti con infiammazione prostatica cronica.

È quanto dimostrato dallo studio dal titolo “Beneficial Effects of the Very-Low-Calorie Ketogenic Diet on the Symptoms of Male Accessory Gland Inflammation” pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista internazionale “Nutrients”.

La ricerca – coordinata dai docenti in Endocrinologia Aldo E. Calogero, Sandro La Vignera e Rosita A. Condorelli dell’Università di Catania in collaborazione con il prof. Antonio Aversa dell’Università di Catanzaro e con il prof. Massimiliano Caprio dell’Università Telematica San Raffaele di Roma – dimostra per la prima volta, l’efficacia clinica di un protocollo nutrizionale, basato sul raggiungimento di moderata chetosi persistente (3 mesi), su diversi aspetti funzionali che condizionano la qualità di vita dei pazienti con infiammazione prostatica cronica: disturbi minzionali, funzione sessuale, dolore pelvico cronico, frequenza di ricorso a terapia farmacologica.

Lo studio clinico, a cui ha collaborato anche il docente in Urologia Sebastiano Cimino dell’Università di Catania, ha messo a confronto gli effetti di un programma nutrizionale di tipo chetogenico vs la tradizionale dieta mediterranea su pazienti selezionati, dimostrando la maggiore efficacia della dieta chetogenica su tutti gli outcomes analizzati.

Come spiega il prof. Sandro La Vignera: “La dieta chetogenica rappresenta uno strumento nutrizionale potente, in grado di supportare il clinico, nella cura di diverse condizioni croniche associate all’obesità . In tal senso l’insulino resistenza rappresenta certamente l’aspetto più approfondito dalla letteratura medica di settore. Questa nostra prima evidenza, può favorire una nuova linea di ricerca sulla cura dell’infiammazione prostatica, ottenuta attraverso un approccio di tipo metabolico“.

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