Prevenzione e contrasto alla criminalità: il “Gemmellaro” incontra il Procuratore Sorrentino e l’Associazione Alfredo Agosta

Prevenzione e contrasto alla criminalità: il “Gemmellaro” incontra il Procuratore Sorrentino e l’Associazione Alfredo Agosta

CATANIA – Contrasto alla criminalità organizzata e all’estorsione sono stati i temi principali dell’incontro che si è tenuto il 4 marzo scorso nell’aula magna dell’Istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania.

La Dirigente Scolastica Concetta Valeria Aranzulla anche quest’anno con la collaborazione dell’Associazione Alfredo Agosta ha organizzato per i suoi studenti del potenziamento un incontro che ha visto come ospite d’eccezione il Sostituto Procuratore del Tribunale di Catania Alessandro Sorrentino con l’obiettivo di stimolare l’interesse degli studenti e suscitare in loro emozioni e reazioni su un fenomeno, quello del racket, purtroppo molto diffuso sul nostro territorio.

Parlare di legalità – afferma la prof.ssa Aranzulla nel suo intervento introduttivo -, significa porre le fondamenta per la costruzione di un percorso di crescita comune. Il Gemmellaro ha sempre cercato il confronto col territorio, con le istituzioni, con la società civile; non ha mai rinunciato ad essere parte attiva di questa comunità anche nei momenti più bui della pandemia perché solo da una educazione alla legalità ed al rispetto delle regole può scaturire quel cambiamento verso un mondo migliore di cui i giovani devono esserne i protagonisti“.

L’incontro si apre con la visione di un filmato il cui protagonista è il Maresciallo A. Agostaeroe suo
malgrado”, come puntualizza la dott.ssa Mariolina Malgioglio, rappresentante dell’Associazione antimafia Alfredo Agosta che nel corso del suo intervento sottolinea in più occasioni la necessità per i giovani di conoscere il fenomeno del racket per poterlo combattere e quindi arginarlo e soprattutto conoscere come lo Stato sia presente non solo nella lotta al fenomeno ma anche nel sostegno alle vittime che hanno deciso di denunciare e che l’associazione ha seguito e sostenuto in questo percorso.

Il silenzio, poi l’applauso dei ragazzi che stimolati dalle immagini hanno ascoltato le parole della dott.ssa Malgioglio con interesse ed attenzione.

Come si nutre la mafia?

Con questa domanda il procuratore Alessandro Sorrentino prende la parola e si rivolge ai giovani studenti presenti in platea.

Per combattere la mafia dobbiamo capire come si sviluppa. La mafia è una forza criminale che ricerca il potere. Si sviluppa essenzialmente a livello locale cercando di controllare il territorio e si fa strada attraverso la paura, l’intimidazione e la corruzione. La mafia intreccia reti mafiose, crea Network con soggetti di vari settori proponendo loro vantaggi, scorciatoie, denaro. Sono quei soggetti che chiamiamo concorrenti esterni e che sono più difficili da stanare perché più fluidi, dinamici ‘grigi’. La mafia si nutre indubbiamente del consenso e l’unico modo per stanarla e chiuderla nel suo recinto è quello di scegliere una vita onesta che rifiuta le scorciatoie. Noi come cittadini dobbiamo fare da argine alla cultura criminale e non è solo un dovere civico deve essere un bisogno, uno strumento per rimanere ‘liberi’“.

Le parole del Procuratore Sorrentino hanno animato la sala e diverse sono state le domande che hanno dato vita ad un dibattito proficuo e costruttivo per i giovani studenti.

A Gianluca Calogero che chiede se basta manifestare nelle piazze e perché la gente ha tanta paura di denunciare, il procuratore Sorrentino risponde che l’unica arma per contrastare la criminalità è la cultura della legalità. Se c’e’ una comunità predisposta ad “accettare” e a subire la mafia questa si espande. Dobbiamo innescare un circolo virtuoso e non vizioso. Oggi denunciare è possibile, doveroso e lo Stato ti assiste.

Cosa porta i giovani ad entrare nel circolo della mafia?

Lo chiede Mirea Vezzano. “Ci sono molti giovani – risponde il procuratore -, che non hanno scelta perché quello è il loro mondo ed è difficile uscirne fuori, ma ci sono molti altri giovani che sono affascinati dal potere, dai vantaggi di un guadagno facile. Potere e denaro sono elementi che suscitano un fascino malato amplificato spesso da narrazioni di stampa o cinematografiche. A conclusione del suo intervento, il procuratore Sorrentino ci tiene a ribadire che nessuno ci regala nulla ma solo la fatica da risultati e soprattutto ce li fa apprezzare. Allora il nostro obiettivo comune deve essere solo uno, diffondere la cultura della legalità perché è l’unica e sola scelta possibile“.