Ucraina, Draghi in Parlamento: “L’Italia non si volta, è il momento di fare conti con la storia”

Ucraina, Draghi in Parlamento: “L’Italia non si volta, è il momento di fare conti con la storia”

ITALIA – Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto oggi durante le comunicazioni parlamento per fare il punto sugli ultimi sviluppi relativi la guerra in corso in Ucraina scatenata per mano della Russia.

L’aggressione premeditata e immotivata della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant’anni. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme“.

Non è momento di fare i conti con il passato, ma con la storia di guerre, massacri e dittatori che sta entrando nel nostro presente. Parlare del passato è inutile se ci divide, quel che abbiamo davanti ci deve unire, per conservare quel che abbiamo“, ha affermato Draghi.

Quando ci sono grandi cambiamenti – ha proseguito il premier – la sensazione è di entrare in periodo completamente diverso di quanto visto finora, in questi momenti la prima pulsione è di fare i conti con se stessi e con gli altri, di dire ‘Io avevo visto giusto, tu no, ho ragione’ oppure dire ‘io ho sbagliato però per buoni motivi’. Ho la sensazione che questo sia marginale, non è il momento di fare i conti con se stessi e con gli altri ma di fare i conti con la storia, non quella passata ma di oggi e di domani“.

Il presidente del Consiglio ha ribadito che “l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte. E ancora, “condanniamo la posizione del presidente Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la Nazione e i suoi cittadini, molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo“.

Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6mila le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina, 2.700 solo nella giornata di domenica. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra“.

È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati”.