Caos scuola in Sicilia, tra dad e presenza nessuna certezza: ma cosa ne pensano gli studenti?

Caos scuola in Sicilia, tra dad e presenza nessuna certezza: ma cosa ne pensano gli studenti?

SICILIA – Giorni di caos in Sicilia per quanto riguarda il rientro a scuola, infatti a distanza di pochi giorni dal ritorno in aula non mancano le proteste da parte di chi si schiera contro la decisione di riprendere la didattica in presenza, ritenuta da molti un rischio da evitare.

Si discute già da diverse settimane, sull’argomento, ma per approfondire la questione bisogna comprendere meglio anche il punto di vista degli studenti che, in quanto diretti interessati, hanno voluto dire la loro.

La scuola non può garantire la totale sicurezza, nonostante le mascherine e il distanziamento che non sempre può essere mantenuto, sebbene continuino a ripetercelo”, è Francesca del liceo scientifico Galileo Galilei di Catania che si è espressa riguardo alla difficile situazione sanitaria che inevitabilmente si ripercuote anche sui giovani.

È anche vero però – continua la studentessa – che non si può ricominciare in Dad e quindi ritornare all’anno scorso quando eravamo tutti bloccati a casa, perché comunque dei progressi sono stati fatti: i vaccini”.

La giovane ha proseguito proponendo quella che a suo parere sarebbe la soluzione migliore sul piano scolastico: “Secondo me è giusto il rientro a scuola per i vaccinati e ritengo che anche uno studente positivo, ma asintomatico, dovrebbe rimanere in aula perché ormai chi prende il virus, se è vaccinato, ha un semplice raffreddore. Si tratta di un’influenza, è solo più contagiosa”.

Solo nel momento in cui si manifestano i sintomi – spiega – bisognerebbe stare a casa per qualche giorno. Questo è l’unico modo per far sì che si crei la cosiddetta immunità di gregge”.

La 17enne si è espressa, infine, sulla didattica a distanza e sul bisogno suo, e di tutti gli altri studenti, di apprendere tra le mura della scuola: “Non voglio tornare in Dad. Non ce la facciamo più a rimanere a casa, perché abbiamo bisogno di interazione sociale”.

Ad argomentare il suo punto di vista anche Caterina, studentessa del liceo classico catanese Nicola Spedalieri: “Ritengo che la Dad sia stata una risorsa nel momento dell’emergenza. Mi rendo conto che durante la prima parte della pandemia era impossibile riuscire a elaborare un sistema migliore della Dad per proseguire le lezioni”.

Tuttavia – continua la liceale – lo trovo un sistema che esclude coloro che, a partire dalle banalità, non trovano a casa modo di concentrarsi perché magari sono numerosi, oppure chi non dispone di una rete internet fissa o di adeguati dispositivi elettronici”.

Nel momento in cui le abbiamo chiesto di esporre il suo pensiero riguardo al ritorno tra i banchi, la ragazza si è espressa così: “Il rientro in presenza, soprattutto dopo tutto questo tempo, è essenziale per la nostra socializzazione, anche da un punto di vista psicologico, però deve essere fatto in sicurezza, infatti, sostengo tutti gli scioperi che sono stati fatti durante quest’ultima settimana”.

Contrariamente a quanto affermato fino a ora dalle due liceali, Agatino – anch’egli studente dello Spedalieri – ha dichiarato quanto sia stata azzardata, dal suo punto di vista, la decisione di riprendere le lezioni in presenza.

Io penso – spiega – che sarebbe stato più corretto mantenere la Dad almeno fino alla fine del mese, in modo da poter comprendere se fosse effettivamente possibile un rientro”.

Nonostante la Dad non sia paragonabile alla didattica in presenza – conclude – io la considero la scelta più giusta. La salute viene prima dell’insegnamento”.

Pareri discordanti quelli degli studenti catanesi che, se da un lato approvano la decisione di ritornare in presenza, dall’altro non si sentono protetti e chiedono che siano attuate tutte le condizioni necessarie per garantire un ambiente scolastico sicuro; non manca nemmeno, come abbiamo visto, chi preferirebbe usufruire della didattica a distanza per evitare qualsiasi tipo di rischio.

 

Articolo realizzato da Federica Sciacca