“Sono contrario all’obbligo vaccinale ma i no-vax finiscono ricoverati”: l’intervista al dottore Mario Cuccia

“Sono contrario all’obbligo vaccinale ma i no-vax finiscono ricoverati”: l’intervista al dottore Mario Cuccia

CATANIA – Situazione critica per quanto riguarda l’impennata di contagi da Coronavirus in Sicilia, soprattutto a Catania che, messa a dura prova, continua però a resistere. Con tutte le forze.

Ai microfoni di NewSicilia è intervenuto Mario Cuccia, direttore del UOC di Epidemiologia e Prevenzione prima dell’AUSL 3 e poi dell’Asp di Catania, per fornirci un quadro completo della situazione nel capoluogo etneo commentando i dati registrati giorno 7 gennaio 2022.

Da questi emerge che il vaccino gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro il virus, dato che la maggior parte dei soggetti ricoverati, soprattutto in Terapia Intensiva, non si sono sottoposti al siero anti-Covid. Abbiamo ragionato anche sull’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, analizzando pro e contro. Non per ultimo, il tema delle scuole e il rientro in presenza.

Il quadro completo a Catania

Preliminarmente, focalizziamoci sui ricoveri ordinari e sulle Terapie Intensive. Incrociando i dati con l’incidenza della somministrazione del vaccino, emerge la seguente situazione (prendendo come riferimento il 7 gennaio 2022):

  • 224 ricoveri;
  • 31 in Terapia Intensiva.

Nel dettaglio: 154 non vaccinati, 2 con una dose, 61 con 2 dosi, 7 con 3 dosi. Chi ha effettuato già la terza dose ha, quindi, evidentemente una protezione maggiore.

Vaccinati vs non vaccinati

Questi numeri hanno una platea di riferimento del tutto diversa, perché quella dei non vaccinati, che è – sfortunatamente – ancora molto consistente, è stimabile intorno a 200mila soggetti, mentre più di 800mila soggetti sono vaccinati. La percentuale è del tutto differente“, dichiara il dottor Cuccia.

Tra l’altro vi è da aggiungere che “tra quelli con 2 o 3 dosi, una bella ‘fetta’ (28) sono over 80. È ovvio che il vaccino non può costituire ‘l’elisir di lunga vita’ perché saranno – con ogni probabilità – soggetti con importanti co-morbosità e che vengono infettati dal Covid, ma i loro problemi principali sono altri“.

Obbligo vaccinale

Riguardo l’obbligo vaccinale per gli over 50, “pur essendo entrato in vigore da ieri, avrà un’operatività – se tutto va bene – nella seconda metà di febbraio“.

Tra gli under 50 abbiamo ben 41 ricoverati. Questo vuol dire che nemmeno loro sono al sicuro. Ma su questi 41, solo 4 (meno del 10%) ha 2 dosi, gli altri sono tutti non vaccinati. Anche per queste fasce, quindi, la vaccinazione è fondamentale“, aggiunge.

Io sono contrario all’obbligo vaccinale e temo che si rischi di incartare l’iniziativa politica. Ci saranno difficoltà per dare attuazione all’obbligo. Sarebbe, invece, importantissimo fornire i dati sull’andamento della pandemia che io ho esposto e commentato. Conto di produrre un piccolo bollettino epidemiologico da inviare a tutti i medici di medicina generale in modo da istruire e far comprendere meglio la situazione“.

Tanta confusione

Tra l’altro, uno dei problemi principali è proprio che c’è tanta confusione. Infatti: “I medici di medicina generale non sono stati adeguatamente coinvolti e si determina un’interfaccia lacunosa tra il cittadino e i medici generali. La gente non sa che fare e come comportarsi“.

Inoltre: “Vedo ricette mediche sbagliate, che erano comprensibili un anno e mezzo fa ma non ora. Non si può ancora oggi continuare a prescrivere determinati farmaci. Ma non mi sento di rimproverare i colleghi perché non è stato fatto nulla per costruire questo rapporto medico-paziente al meglio. Si è tentato di recuperare, ma la partita era in larga parte persa. Adesso dobbiamo riflettere sul quadro attuale per ‘riposizionare le truppe’“.

Il vaccino è fondamentale

Si ribadisce, quindi, in tutti i modi, l’importanza – e l’urgenza – delle vaccinazioni, oltre che delle terze dosi, anche se “purtroppo siamo ultimi anche su questo. Le risorse non sono poche, ma vanno usate meglio“.

Se guardiamo i dati nazionali, la circolazione del virus in Sicilia non è elevatissima però “noi abbiamo un ‘peso’ importante sia nell’area medica che quella dell’emergenza. Pur avendo il vantaggio di una più bassa circolazione, infatti, il dato relativo all’incidenza è nettamente inferiore rispetto ad altre Regioni, come la Lombardia o il Veneto, però la pressione sui reparti è praticamente analoga“.

Questo avviene perché “abbiamo troppi soggetti non vaccinati: a Catania circa 200mila persone. La circolazione, quindi, non solo è ampia ma fa danni. Paghiamo un prezzo più elevato proprio perché abbiamo una copertura vaccinale più bassa”.

Le Terapie Intensive

Per quanto riguarda le Terapie Intensive, secondo i dati del 7 gennaio, se ne contano 31 a Catania. Di questi, 27 sono non vaccinati, 1 con 1 singola dose, 3 con 2 dosi e soltanto 1 con 3 dosi.

Sfortunatamente, nella fascia 60-69 anni abbiamo ben 18 soggetti complessivi (16 con zero dosi, 1 con 1 dose, 1 con 2 dosi). “Sono quelli che pensano di stare bene, è la fascia più consistente di non vaccinati che c’è in Italia e che pagano il prezzo. Bisogna dire anche che ce ne sono 2 non vaccinati nella fascia 40-49 anni“, commenta Cuccia.

Non vaccinati e non vaccinabili

Attenzione però quando parliamo di non vaccinati, perché potremmo parlare di soggetti “non vaccinabili”, che hanno ottenuto un esonero, ma è un dato che non è facile da individuare.

Non esiste un database, se non in qualche Regione, dei soggetti che hanno ottenuto l’esonero dalla vaccinazione. Siccome non esiste, si emanerà la multa e quella persona dovrà esibire un esonero ma come si dovrà fare se manca un ‘elenco’ completo? Sarà un problema, un tema scottante, dal momento che ci sarà un obbligo per gli over 50“, sottolinea.

“I negativi pure sono importanti”

Ma non è tutto: i problemi si rifletteranno inevitabilmente anche sull’uso del Green Pass. Infatti: “Le positività non vengono registrate in tempi rapidi. Nel momento in cui il soggetto, poi, è guarito, ci sarà – di conseguenza – anche il ritardo della comunicazione della negativizzazione“.

Qualche dubbio emerge dalla nota emanata dal Dasoe che invitava le farmacie che facevano troppi tamponi a caricarli nell’apposito portale. Qualcuno pensa, forse, per rapidità di caricare solo i positivi, ma i negativi sono pure importanti perché garantiscono l’uscita“, precisa.

Piattaforma informatica da rivedere

Da questo ne consegue che i dati complessivi risulteranno “alterati” da questo punto di vista. Ma anche il sistema informatico nell’Isola presenta diverse problematiche.

Solo la Calabria e la Sicilia hanno ancora piattaforme per il contact tracing che non sono perfettamente interfacciate con quella dell’Istituto Superiore di Sanità dove si caricano i positivi. Quando ci sono questi intasamenti, non essendoci l’interfaccia con l’Iss, i tempi sono più lunghi“, puntualizza.

Al ritardo del contact tracing si aggiunge quello previsto per il caricamento manuale sulla piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità. Questo determina una distorsione significativa nell’esatta configurazione dei dati“, prosegue.

Osservazione epidemiologica necessaria

L’osservazione epidemiologica, quindi, è fondamentale: “Si deve sempre monitorare, anche se c’è un limitato uso di questi strumenti”.

Ancora: “Si devono attenzionare, in primis, ricoveri e Terapie Intensive e, da questo punto di vista, ci sono segnali di allentamento sulle quarantene. Adesso è sostanzialmente abolita per chi è vaccinato con la terza dose“.

Viviamo una fase nuova e l’osservazione deve essere adeguata a questo nuovo momento storico, perché altrimenti non riusciamo a gestire il tutto al meglio. E anche in questo caso paghiamo un prezzo più elevato“, ribadisce.

Scuole: in presenza o Dad?

Infine, abbiamo toccato col dottor Mario Cuccia il grande – e dubbioso – tema delle scuole: conviene riaprire, optando per la didattica in presenza, o proseguire le lezioni in Dad?

Siamo tutti in una situazione straordinaria e non vedo perché anche le scuole non debbano funzionare in questa straordinarietà. Altrimenti si creerebbe una situazione potenzialmente più grave“, afferma.

Doverosa e fondamentale la riflessione sulla situazione attuale, completamente differente rispetto al passato, che impone di rivedere le scelte.

Quando c’è stata la Dad c’era il lockdown e i ragazzi stavano a casa. Adesso, invece, non c’è e quando non hanno scuola se ne vanno da qualche altra parte, non stanno a casa, non c’è alcun obbligo in tal senso“, chiarisce il dottor Cuccia.

Io sono per mantenere la scuola aperta, perché abbiamo – a differenza di un anno fa – personale vaccinato, lo stesso per gli studenti (soprattutto delle scuole superiori). Ci sono dei rischi, vanno affrontati. Non c’è alcuna soluzione senza rischio“, conclude.

Le foto

Ecco, infine, i grafici esplicativi sugli attuali ricoverati – anche in Terapia Intensiva – per Covid-19 in provincia di Catania (dati aggiornati al 07 gennaio 2022).

Intervista di Santi Liggieri