Violenza di genere, a Siracusa rinnovata “Una stanza tutta per se” dedicata alle donne vittime di soprusi

Violenza di genere, a Siracusa rinnovata “Una stanza tutta per se” dedicata alle donne vittime di soprusi

SIRACUSA – Nella mattinata odierna, al Comando Provinciale carabinieri di Siracusa, alla presenza del comandante Gabriele Barecchia, della presidente del locale Club Soroptimist International Maria Giovanna Carnemolla, e dell’assessore alle Politiche Sociali e della Famiglia del Comune di Siracusa Concetta Carbone, si è svolta la presentazione del rinnovato locale adibito a “Una stanza tutta per se”, dedicata alle donne che accedono in caserma per denunciare violenze e/o soprusi.

Dopo oltre 5 anni di attività, il club Soroptimist di Siracusa, ha provveduto a fornire alla Stazione carabinieri di Siracusa Principale nuovi arredi, un Kit multimediale composto da computer, stampante e una telecamera con microfono, che serviranno per raccogliere le denunce, sempre nel rispetto di un ambiente che tende a un approccio meno traumatico con gli investigatori e a trasmettere una sensazione di accoglienza alla persona per le sofferenze subite.

In relazione all’attenzione che viene dedicata dall’Arma dei carabinieri alla violenza di genere, nella giornata di ieri, la Stazione dei carabinieri di Siracusa Principale, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, emessa dal Tribunale di Siracusa, nei confronti di un uomo, poco più che trentenne, responsabile di aver commesso reiterati maltrattamenti, lesioni personali e violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie.

La donna, in stato di gravidanza, stanca e spaventata dall’atteggiamento violento ed imprevedibile del marito, ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri e di denunciare i ripetuti episodi di violenza.

L’autorità giudiziaria, ritenendo particolarmente gravi le circostanze emerse e valutando la possibilità che l’uomo potesse continuare a commettere episodi dello stesso tipo, ne ha disposto l’allontanamento dalla casa familiare, con il divieto di avvicinarsi all’abitazione e al luogo di lavoro della donna.