Il Natale è cambiato? Quanto hanno influito il Covid-19 e il consumismo?

Il Natale è cambiato? Quanto hanno influito il Covid-19 e il consumismo?

ITALIA – La magia del Natale risulta affascinate, con le sue luci, le decorazioni e i preparativi e dovrebbe trasmettere molta serenità. Un tempo si festeggiava il Natale in modo semplice, prevaleva la festa religiosa. Nelle famiglie c’era un presepe semplice e generalmente non si usava fare l’albero di Natale, i doni sotto di esso erano pochi, a volte costruiti artigianalmente -magari di poco valore economico – eppure regalavano pura felicità.

Il Natale era quindi il momento in cui grandi e piccoli trovavano armonia e pace in un occasione per ritrovare il tempo sfuggito durante l’anno e stare tutti insieme con i propri cari.

Oggi è ancora così? La risposta che si cerca è nel cuore della gente.

Anna, di 79 anni ci racconta del Natale di quando era piccola, nel dopoguerra: “Era tutto molto più semplice. L’albero di Natale lo aveva solo qualche famiglia, mentre tutti avevano il presepe. Non importava se grande o piccolo, era il simbolo che contava. Il periodo natalizio avvicinava le famiglie, a tavola si metteva quello che si poteva. Era un Natale molto più religioso senza consumismo e più puro”.

Noi ragazzi andavamo nelle case per vedere le decorazioni più belle, ricordo che in fondo alla strada c’era un elettricista che aveva un presepe meraviglioso, con tante luci e con i pastori che ‘prendevano vita’, molto futurista“.

Ma anche chi stava bene non faceva molto, non vi erano sfarzi ma si aveva la voglia di condividere. In strada passavano le cornamuse, venivano dai paesi di montagna ed erano vestiti in modo tipico e il tutto rendeva l’aria più magica, noi ragazzi li seguivamo per ore“.

Chiara, studentessa pensa che “il Natale è cambiato molto rispetto al passato. Ora è visto più sul piano dei regali che si ricevono invece che come una festa religiosa. Il Covid ha influito parecchio sullo spirito natalizio, che secondo me stava già pian piano calando negli ultimi anni“.

Alessandro, professionista, ci mostra un altro punto di vista: “Secondo me, col Covid, almeno l’anno scorso, il Natale è stato vissuto dalle famiglie con un maggiore spirito di solidarietà e di ringraziamento per essere sopravvissuti a un male sconosciuto e ancora senza un vaccino. Ora stiamo meglio ma non dobbiamo distrarci“.

I regali sotto l’albero dicono soprattutto ai bambini che Babbo Natale non li abbandona nemmeno al tempo del Covid. Quest’anno, comunque, sono previsti minor consumi in regali, almeno fra gli adulti. Questi ultimi aspettano sotto l’albero che Babbo Natale gli porti le bollette rincarate di gas e luce già pagate“.

Edoardo, studente, si sofferma sull’influenza che ha avuto su di noi il consumismo: “Nella mia esperienza ho fatto più di una volta l’enorme errore di concentrarmi sul regalo in sé invece delle intenzioni e dell’affetto che veniva trasmesso con quel regalo, cosa che credo sia una delle conseguenze principali del consumismo.

Riguardo al Covid, è sicuramente stato molto pesante. Specialmente negli ultimi 10 anni, le occasioni per molte famiglie di riunirsi sono diminuite parecchio e il virus ha solo peggiorato questa situazione, sia con i lockdown, che con le conseguenze della malattia in se“.

Carmelo, professionista, pensa che il consumismo in questi anni di crisi si sia ridimensionato. “Il Natale è cambiato nel senso che la crisi economica degli ultimi anni ha ridotto i consumi. La pandemia ha ulteriormente ridimensionato l’aspetto consumistico della festa, ma probabilmente a beneficio di un maggiore spirito religioso“.

Foto di repertorio fonte: WSU insider