In Italia e nel mondo regna la corruzione: ci sono gli estremi per combatterla?

In Italia e nel mondo regna la corruzione: ci sono gli estremi per combatterla?

ITALIA – La corruzione nella società, nello Stato e nella Chiesa è un argomento di difficile articolazione per la grande quantità di eventi che si sono succeduti nel corso della storia e per le menzogne che non permettono di giungere ad una tesi plausibile. Difficile essere esaustivi su un argomento, o meglio dire problema, che coinvolge tutto il globo.

Complicato da stabilire se vi sarà una soluzione finale che forse verrà raggiunta nel momento in cui ciascun singolo capirà realmente il valore della propria vita poiché è un male morale.

In senso generico, la corruzione indica i criteri di un soggetto che, in cambio di denaro o utilità e favoritismi, agisce contro i propri doveri e obblighi.

Leggendo attentamente questa definizione, si intuisce qualcosa di ostile in cui non sono presenti mezzi termini ma solo estremità di classi sociali: o ricchi o poveri. Un processo architettato alla perfezione per far cadere in trappola i disagiati consentendo ai benestanti di cogliere i frutti del lavoro compiuto in precedenza.

Tra questi ceti c’è una grande differenza di operato perché i ricchi praticano per scopi fini a se stessi a lungo termine mentre i meno abbienti eseguono per interessi a breve termine con il rischio di essere ingannati a discapito dei potenti.

Il pensiero di alcuni uomini importanti, è quello di ridurre la criminalità al minimo storico e rendere quasi nulla la disoccupazione ma per fare questo serve una decisione mai presa e approvata, un’idea innovativa capace di rendere legale un fatto che in precedenza non era perseguibile come un rito per liberarsi dalle frustrazioni e dalle emozioni negative. Una prospettiva distopica che potrebbe mantenere un perpetuo “status quo” utile per lo sviluppo socio-economico ma anche per far fronte al dilemma ‘’distinzione di classi’’.

I vari tipi di corruzione variano da zona a zona. Per fare un esempio, in America Latina la categoria di cui meno ci si fida è la polizia: il 47% degli americani la considera corrotta e facilmente manipolabile. Segue la classe politica con la stessa percentuale ma la lista comprende, tra gli altri, anche giudici e magistrati, imprenditori e leader religiosi…

Inevitabilmente, tutto ciò ha origine da una scarsa fiducia nelle iniziative istituzionali. Delitti e abusi sono legati a doppio filo all’alterazione degli atteggiamenti, dalla quale derivano e alla quale permettono di radicarsi; questo circolo vizioso limita la giustizia e le istituzioni, debilita lo stato di diritto, condiziona la politica e permette la creazione di una sorta di regime anarchico.

Nonostante abbia scalato 20 posizioni in classifica, l’Italia rimane tra le nazioni d’Europa più corrotte. In particolare, si parla della criminalità organizzata che spadroneggia da Nord a Sud e la mafia nobile che predilige forme di illegalità sottili e difficili da identificare. Pesa anche la questione della regolamentazione del lobbying (pressione da parte di persone o aziende), dei conflitti d’interesse e ancora, la questione degli appalti pubblici considerato terreno di corruzione per funzionari e imprenditori.

La Sicilia si distingue per i suoi record negativi. Dopo il triste primato dei beni confiscati alla criminalità organizzata, con un’importante percentuale degli immobili sottratti alle mafie, ora è la volta degli episodi di corruzione. La corruzione viene considerata dalla maggioranza dei siciliani una consuetudine talmente diffusa e sistemica da rendere pericoloso denunciare i colpevoli.

Tutto questo marciume sembrerebbe essere sistematico nelle nazioni in cui regna un sostanziale caos vista la mancanza di uno stabile Governo centrale (Somalia, Yemen, Afghanistan), oltre a quelli dove al comando ci sono regimi poco democratici (Siria, Venezuela, Corea Del Nord).

Da come si è potuto constatare precedentemente, la corruzione politica si trova in ogni parte del mondo e le persone non si aspetteranno mai di liberarsene definitivamente. Sarà strano ma è possibile che il nocciolo giri attorno a questioni etiche e culturali.

Normalmente in una società fondata sul libero mercato, l’azione del governo è limitata alla protezione della vita dei cittadini, della libertà, della proprietà privata acquisita con onore.

Un ulteriore livello di corruzione è intuibile nella chiesa con una importante differenza che riguarda la diffusione al pubblico. Difficilmente il sistema ecclesiastico lascia trapelare qualcosa pertinente ai loschi affari che da sempre invadono il mondo religioso come la sete di potere di numerosi papi che divenne un punto di rientro per una profonda e perversa divisione.

Alla fine delle crociate la chiesa sembrava illusoriamente un luogo del tutto purificato mentre, di fatto, il peggio doveva ancora verificarsi. Innumerevoli gli scandali che hanno macchiato la fede legati all’immoralità del clero fino alle scandalose rivelazioni dei tanti crimini commessi contro i minori.

La ricchezza delle organizzazioni credenti, non è unicamente composta di opere non cedibili (riguarda le opere d’arte), ma anche di tesori mai rivelati prima che permettono di ostentare fomentando odio ingiustificato tra fedeli e non credenti.

La corruzione è ormai diventata un fastidio verso scandali occasionali, anziché un inevitabile aspetto della vita sociale ed economica del mondo.

Fonte foto Pixabay