Riscossione Sicilia: recuperati 2,5 milioni di euro dalla Sezione Esecuzioni Immobiliari

Riscossione Sicilia: recuperati 2,5 milioni di euro dalla Sezione Esecuzioni Immobiliari

CATANIA – Si è tenuta stamani nei locali dell’Agenzia della Riscossione di Catania una conferenza stampa avente lo scopo di illustrare gli eccellenti risultati in materia di recupero crediti immobiliari ottenuti grazie alla collaborazione tra il tribunale etneo e l’ufficio delle entrate.

All’incontro erano presenti il presidente del Tribunale di Catania, Bruno Di Marco, la presidente della VI sezione civile, Marisa Acagnino, il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo e il direttore della Concessione Catania, Antonella Anello.

Ha dato inizio all’incontro Fiumefreddo, il quale ha subito posto in evidenza la complessità delle norme che regolano l’iter di un’imposta dalla sua nascita alla sua effettiva riscossione. Pur riconoscendo la macchinosità della nostra burocrazia, il presidente di Riscossione Sicilia ha lasciato intravedere un barlume di speranza per chi opera nel settore: “Esistono dei percorsi virtuosi, degli iter burocratici che possono offrire dei vantaggi a tutti i contribuenti. La collaborazione tra il Tribunale di Catania e l’Ufficio delle Entrate, ha consentito in breve tempo di recuperare circa 2,5 milioni di euro bloccati da ormai 2 anni. Catania, città all’avanguardia sotto questo punto di vista, potrebbe presto diventare un esempio per le altre province siciliane; il modello messo in atto nella città etnea è stato infatti posto all’attenzione del ministro Orlando, il quale potrebbe decidere di fare della nostra idea una vera e propria normativa“.

Bruno di Marco, ha poi completato l’intervento del presidente ponendo l’attenzione tanto sulla necessità di una più frequente collaborazione tra gli enti coinvolti in questa particolare operazione, quanto sul risparmio di risorse pubbliche che l’attuazione di un simile modello potrebbe comportare. “La città di Catania – aggiunge poi Bruno Di Marcoè la prima al sud a mettere in atto una simile procedura. Ciò ha permesso agli enti etnei di sopperire ad una sostanziale mancanza di sostegno e risorse da parte delle istituzioni nazionali”.

Vicina a questa posizione si è mostrata anche Marisa Acagnino, la quale  sostiene che “uno dei principali motivi di rallentamento della burocrazia è dovuto alla carenza di personale. Molti i fascicoli fermi in tribunale per questo motivo, per la precisione 196 di cui 152 ormai sbloccati“.

Antonella Anello infine ha inteso evidenziare anche come l’adozione della Posta Elettronica Certificata abbia coinciso “con un ulteriore rallentamento delle procedure legali aventi a che fare con la riscossione di denaro dovuto alla Sezione Esecuzioni Immobiliari; si tratta di ben 2,5 milioni di euro a fronte di un debito pari a circa 3 milioni”.

[wpvp_embed type=youtube video_code=GbvDOSd9al4 width=670 height=377]