Buona Scuola, la parola ai dirigenti scolastici etnei: “No stra-poteri, ma stra-responsabilità”

Buona Scuola, la parola ai dirigenti scolastici etnei: “No stra-poteri, ma stra-responsabilità”

CATANIA – “Alcuni studenti sono stati molto critici sulla riforma, ma da altri abbiamo ricevuto attestati di stima e sono stati messi in luce i punti positivi. Non ci sono posizioni uguali”. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini  ha commentato la riforma della scuola arrivando all’aula bunker di Palermo per le celebrazioni del 23esimo anniversario della strage di Capaci.

Gli studenti chiedono maggiore attenzione al diritto allo studio e ci trovano pienamente d’accordo – ha aggiunto – Riconoscono che questo disegno di legge è un grande passo in avanti in questo senso e verso l’autonomia scolastica”.

E intanto NewSicilia ha scelto di dare la parola anche ai dirigenti scolastici che sicuramente sono i più esposti alle critiche qualora il ddl sulla Buona Scuola dovesse diventare attuativo.

“È un momento delicato per noi dirigenti scolastici: siamo nell’occhio del ciclone”. Sono queste le parole di Gabriella Chisari, a capo del liceo scientifico Galileo Galilei di Catania.

Dopo l’approvazione alla Camera del ddl “Buona Scuola”, c’è fermento fra docenti, studenti e presidi e sono tanti gli interrogativi a cui non si riesce a dare ancora una risposta esaustiva: sarà una rivoluzione democratica? Gioverà alla stabilizzazione del precariato? Quelle degli ultimi anni sono proteste o strumentalizzazioni dell’informazione?

“Bisognerà attendere l’emanazione del regolamento attuativo che segue l’approvazione di ogni decreto legge per poter commentare il futuro funzionamento delle scuole – dichiara Mariella Raciti, preside dell’istituto scolastico Principe Umberto di Catania – Solo così potremo vedere se concretamente i dirigenti scolastici godranno dello stra-potere di cui da tempo si parla oppure se dovranno, come sempre, collaborare nel pieno rispetto con gli organi collegiali e con i docenti”.

Mentre Renzi afferma di essere soddisfatto del risultato, convinto che i professori più qualificati e bravi meritino di guadagnare di più rispetto agli altri, la preside Raciti fa notare che la decisione dell’attribuzione al dipendente dei 500 euro in più sulla formazione “sarà sempre valutata e decretata dietro approvazione del consiglio d’istituto che è l’organo deliberativo e politico”.

“La necessità di noi presidi – aggiunge la Chisari – è quella di ricevere dei decreti attuativi trasparenti per non cadere in errore e svolgere il nostro lavoro alla luce del sole.”

Le dirigenti hanno anche sottolineato che il pericolo più grande, nel quale è facile cadere in questo periodo di grandi proteste, è quello della strumentalizzazione dell’informazione derivata da una poca conoscenza dei punti salienti su cui si articola il decreto.

In merito alla stabilizzazione dei precari Mariella Raciti incalza “secondo me il problema più grosso è proprio rappresentato dall’imposizione che l’Unione Europea ha fatto sulle assunzioni. In questo modo – si domanda – che fine faranno le classi dei docenti che non hanno fatto il tfa o che non sono presenti nelle graduatorie? Gli istituti grossi, come quello che dirigo, hanno bisogno giornalmente dei supplenti che permettono un normale svolgimento delle giornate di studio all’interno delle scuole, in quanto quotidianamente capita che ci siano delle defezioni”.

La questione scottante dell’unificazione del sistema scolastico italiano con quello del resto d’Europa ha creato senza dubbio un grosso polverone mediatico ma secondo la dirigente Raciti “bisogna adattarsi al cambiamento, prima o poi tutti verremo valutati. Noi dirigenti scolastici a breve dovremo presentare un’autovalutazione dove viene dichiarato il funzionamento di tutta la scuola”.