Jammer usato per depredare le auto in sosta in via Trieste, malvivente “tecnologico” in manette

Jammer usato per depredare le auto in sosta in via Trieste, malvivente “tecnologico” in manette

CATANIA – La Polizia di Stato ha arrestato il pregiudicato catanese L. P. B., 54 anni, per furto aggravato e installazione di apparecchiature atte a impedire comunicazioni. Nella mattinata di ieri, nel corso dei servizi finalizzati al contrasto ai reati predatori, personale della Sezione Falchi ha intercettato, lungo via Monfalcone, un motociclo guidato da un soggetto che era intento a osservare le autovetture in sosta, attenzionando soprattutto quelle che stavano per essere parcheggiate.

Dopo aver percorso alcune strade del centro, L. P. B. si è fermato in via Trieste ed è rimasto a osservare l’arrivo di una autovettura di grossa cilindrata che ha parcheggiato sulla citata via. Il soggetto ha, quindi, atteso che il proprietario si allontanasse per avvicinarsi al veicolo e, senza forzare la serratura, ha aperto la portiera e si è introdotto all’interno.

Nel frattempo, personale dei Falchi è rimato appostato a osservarne i movimenti, avendo il forte sospetto che il soggetto stava cercando le chiavi dell’appartamento del proprietario della macchina. Concluso il furto, gli agenti hanno atteso che il soggetto ripartisse per poi fermarlo e sottoporlo a controllo.

Nell’occasione, L. P. B., che in un primo momento ha tentato di darsi alla fuga, è stato trovato in possesso di due mazzi di chiavi, che teneva nello zaino, nonché di guanti in lattice e di un coltello a serramanico.

Il controllo è stato esteso anche al motociclo in cui, oltre a documenti di vario tipo, riferibili ad altre potenziali vittime e ad altri mazzi di chiavi di appartamenti, vi era istallato un sofisticato sistema di dissuasori di onde elettromagnetiche nella parte frontale del mezzo.
In specie, si trattava di apparati radio, comunemente definiti jammer, la cui funzione è quella di creare delle interferenze radio che impediscono la chiusura centralizzate delle portiere delle autovetture.

In questo modo, il proprietario del veicolo è convinto di aver chiuso la macchina che di fatto rimane aperta, consentendo la repentina intrusione dei malviventi nell’abitacolo. Tali attività predatorie solitamente sono collegate a successivi furti in abitazione atteso che gli autori di tali reati si impossessano anche dei documenti presenti nel veicolo (libretti di circolazione, polizze assicurative altri documenti) che gli consentono di risalire all’indirizzo di residenza.

Al termine delle attività, L. P. B. è stato arrestato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre la refurtiva è stata restituita al proprietario del veicolo derubato che è stato rintracciato poco dopo l’accertamento dei fatti. Sono in corso approfondimenti investigativi sul materiale sequestrato per stabilire il possibile coinvolgimento di L. P. B. in furti in abitazione registrati in questo capoluogo nonché per identificare suoi eventuali complici.

Immagine di repertorio