CATANIA – Molti lo conosco solo per passione, per sentito dire o grazie a qualche manga giapponese, eppure il kendo è una disciplina sportiva che viene praticata in gran parte del mondo. Anche l’Italia ha la sua nazionale, che andrà a disputare i campionati del mondo il 29, 30 e 31 maggio prossimi in Giappone.
Saranno 7 gli uomini della spedizione azzurra al Budokan di Tokyo, un vero tempio sportivo nella storia del kendo, antica arte samurai. Ricorda vagamente le più conosciute discipline di spada, fioretto e sciabola, con la differenza che non si combatte su una pedana, bensì su un quadrato di 9×9 metri. Anche le protezioni sono leggermente diverse. Per esattezza, i baku sono 4: il men a protezione del capo, il kotè ai polsi, il do nell’addome e il tarè dalle anche in giù.
Per 5 minuti gli avversari tengono in mano questo speciale bastone, simile a una katana e composto da 4 canne di bambù. E ci si può far male, seppur involontariamente, come capitato a Demetrio Orlando, trentenne catanese e selezionato per far parte della squadra italiana. Anni fa, infatti, un infortunio al braccio nel corso degli Europei in Germania ha rischiato di dovergli fare abbandonare questo sport, a cui è molto legato e appassionato.
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Demetrio ha iniziato da piccolo a fare judo, poi i suoi maestri lo hanno instradato verso l’antica arte. A lui è piaciuta e si è incaponito per perfezionarsi e diventare tra i migliori. Così, non si è limitato ad allenarsi in Italia, ma anche nella patria del kendo: il Giappone. E non solo. La passione lo ha spinto anche in Corea (unica nazione al mondo ad avere un campionato professionistico) dai sensei Park e Lim. A 26 anni la sua prima convocazione in nazionale, con cui ha disputato anche i Mondiali e gli Europei, in cui ha rischiato di vedere stroncata la sua carriera.
Adesso è tornato in grande forma e può giocarsi la sua chance di vincere nell’individuale e nella competizione a squadre.
