Strage di via D’Amelio, l’ex sostituto commissario parla del depistaggio: “Scarantino con stato d’animo tranquillo”

Strage di via D’Amelio, l’ex sostituto commissario parla del depistaggio: “Scarantino con stato d’animo tranquillo”

CALTANISSETTA – Si torna ancora una volta sulla strage di via D’Amelio, consumatasi a Palermo nell’ormai lontano 1992 quando persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.

In occasione dell’udienza di stamani, tenutasi a Caltanissetta e avente come oggetto il depistaggio della strage in questione, si sarebbe espresso raccontando l’episodio Domenico Militello.

Quest’ultimo, sostituto commissario in pensione e in servizio alla Dia, si sarebbe pronunciato in merito all’accaduto concentrandosi, in particolare, sulla figura del falso pentito Vincenzo Scarantino che, secondo l’accusa, sarebbe stato costretto a rendere note informazioni false per giungere al depistaggio delle indagini in via D’Amelio.

Militello farebbe riferimento alla data del 29 giugno del 1994 – giorno in cui Scarantino venne interrogato alla Procura di Caltanissetta – descrivendo lo stesso come una persona con “uno stato d’animo assolutamente tranquillo” quando, alla fine dell’interrogatorio, sarebbe entrato nella stanza del dottore Tinebra.

Successivamente, nel 1998, lo stesso Scarantino avrebbe ammesso di non aver partecipato alla strage di via D’Amelio e che sarebbe stato costretto a dichiarare il falso sulla spinta di Arnaldo La Barbera (ex capo della squadra mobile di Palermo), avendo subìto inoltre anche maltrattamenti durante la carcerazione a Pianosa. In merito a ciò, Militello avrebbe aggiunto che La Barbera non avrebbe mai avuto incontri con mafiosi.

Fonte foto: wikipedia.it