Il “metodo” Crocetta e le denunce di Fiumefreddo: scoppia la polemica sui grandi evasori

Il “metodo” Crocetta e le denunce di Fiumefreddo: scoppia la polemica sui grandi evasori

CATANIA – Il “metodo” Crocetta ormai, in oltre due anni abbondanti di governo, l’abbiamo visto palesarsi più volte.

Sostanzialmente consiste nella denuncia roboante e indistinta seguita da una conferenza stampa e poi da una visita al procuratore di Palermo.

Per concludere poi non manca un tour nelle tv nazionali per promuovere l’azione legalitaria e contro i “poteri forti”. L’ultima applicazione del metodo risale alla presentazione alla stampa del presidente della Regione dell’assunzione dei testimoni di giustizia, rigorosamente mascherati per non fare conoscere la propria identità.

La scena si era ripetuta anche nel salotto mattutino di Magalli su Rai2 ed era stata stigmatizzata anche dal presidente della commissione regionale antimafia Nello Musumeci.

Adesso dopo la denuncia di 800 grandi evasori “stanati” dal presidente di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo le polemiche non mancano. E proprio l’uomo che doveva divenire assessore – salvo poi fare un passo indietro – ha risposto con una lettera aperta nella quale ha ricostruito le varie fasi del lavoro intrapreso con Crocetta e ha denunciato, ça va sans dire, le manovre del sistema “per frenare l’azione” e la denuncia.

“In Sicilia ha funzionato un patto – ha scritto Fiumefreddo – che alcuni chiamano sociale, ma che è giusto chiamare criminale per cui la riscossione non doveva e non deve riscuotere, con la conseguenza che un drappello di meno di mille signori non paghino le tasse, realizzino le loro frodi, riciclino i denari sporchi, mentre intanto quasi 6 milioni di siciliani annegano nel dolore, nel disagio di servizi disastrati, con padri di famiglia che all’arrivo della cartella che chiamiamo ‘pazza’ si sono suicidati”.

“Tutto ciò è stato semplicemente criminale e sarebbe ugualmente criminale – aggiunge – se non vi si fosse posta la parola fine, se non ci fosse stato il preciso mandato del presidente Crocetta di procedere senza guardare in faccia nessuno, restituendo il maltolto ai siciliani. Certo, sono già cominciati i distinguo, le minacce, le ritorsioni, che con immeritata nobiltà si usa chiamare, politiche, l’azione di chi rema contro, ed ancora l’allarme di chi dice che a Riscossione Sicilia ci sono gli sbirri, gli sceriffi, chi tenta di bloccare la macchina avviata”.

Però – visto che anche la politica sarebbe coinvolta nello scandalo riscossione – sono arrivate le parole del segretario regionale del Pd Fausto Raciti che, come riporta Repubblica, ha auspicato l’opportunità di evitare il “grottesco” o “rappresentazioni caricaturali”.

Sul caso è intervenuto, con un editoriale anche Sudpress ossia il giornale vicino allo stesso Fiumefreddo, che ha difeso a spada tratta il presidente di Riscossione Sicilia e la sua azione di denuncia che “ha fatto emergere quel marcio che certamente in molti ambienti in tanti conoscevano”.

E – tra un dico e non dico – il giornale attacca apertamente tutte quelle testate giornalistiche che hanno avanzato dei dubbi sull’operazione del duo Crocetta – Fiumefreddo rimandando al sistema Giacchetto e rispendendo al mittente le accuse di vecchia militanza del presidente di Riscossione con Scapagnini prima e con Lombardo poi.