La solidarietà al tempo del Covid, “l’unico investimento che non fallisce mai”: vicini rispettando le regole

La solidarietà al tempo del Covid, “l’unico investimento che non fallisce mai”: vicini rispettando le regole

ITALIA – Il Coronavirus ci ha messo a dura prova in ogni ambito della vita e continua a invadere – quasi con prepotenza – le nostre vite, anche se l’Italia (e il Mondo in generale) sta dimostrando di essere più forte.

Eliminati il contatto fisico, gli abbracci, le strette di mano ci siamo “abituati” gradualmente a una quotidianità statica, fredda e distaccata ma dettata da profonda responsabilità.

Restiamo distanti oggi, per stare più vicini domani“, diceva l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una di quelle sere che hanno fatto “tremare” gli italiani, che si incollavano allo schermo per conoscere il loro “destino” circa eventuali restrizioni e regole nuove con cui dover fare i conti.

La “paura” del contagio

Si è anche accantonata la solidarietà, anche se si continua ad avere bisogno di sentire quanto più possibile vicino il prossimo. Ma come si fa, per esempio, a tenere la mano a un ammalato se non si può entrare in ospedale? Come si può stare vicino a chi soffre, a chi è meno fortunato se vive costantemente la “paura” del contagio e dell’altro?

In questa cornice decisamente mutata, anche dedicarsi ai più bisognosi diventa più difficile, ma non impossibile dato che è una scelta che tantissime associazioni e volontari hanno continuato a fare, cambiando le modalità ma non dimenticando mai gli altri.

Giornata internazionale della solidarietà

Oggi, 31 agosto 2021, si celebra la Giornata internazionale della solidarietà, istituita dall’Onu nel 2005 proprio per sensibilizzare le persone e stimolare azioni di collaborazione e sostegno per chi, purtroppo, da solo è meno “forte”.

Anche il 20 dicembre si ricorda il medesimo tema, proprio in coincidenza con la data di creazione del Fondo di Solidarietà Mondiale del 2002, che ha l’obiettivo di realizzare programmi d’azione per favorire lo sviluppo nelle aree più povere del Globo.

Articolo 2 Costituzione

Diciamo subito, tra l’altro, che la solidarietà fa parte dei diritti inviolabili dell’uomo ed è inserita tra i primi articoli – principi fondamentali – della Costituzione, carta suprema e solenne.

Recita, infatti, l’articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale“.

Tante sono le sfaccettature della solidarietà che spesso viene quasi messa da parte per i nostri bisogni. Bisognerebbe, invece, ricordare il dolore e la tristezza che – ogni giorno – invadono tantissimi soggetti che “arrancano” in un mondo che va più veloce di loro.

Aiutare il prossimo significa impegnarsi nei confronti di chi è in una situazione di palese disagio: ammalati, anziani, carcerati, bisognosi, coloro che sono privati dei loro affetti e via dicendo.

“Unico investimento che non fallisce mai”

La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai” scriveva il filosofo e poeta statunitense dell’ottocento Henry David Thoreau. Proprio adesso, in un Mondo segnato dalla pandemia, è necessario dedicare un po’ del nostro tempo per cambiare letteralmente delle vite che, altrimenti, sarebbero vissute nell’oblìo, solitudine e sofferenza.

Donare senza nulla in cambio è un gesto semplice, spontaneo che può donare un sorriso vero che riempie e fa stare bene. Certo rimane la “paura” del virus, ma sappiamo bene quali sono le armi per contrastarlo: il vaccino, in primis, l’utilizzo delle mascherine e tanti altri accorgimenti.

Cosa ci ha insegnato la pandemia?

Si può essere “vicini” a qualcuno, far sentire calore e presenza anche rispettando le regole anti-Covid, non dimenticando mai che c’è sempre chi ha bisogno di noi. Rendiamo il Mondo un posto migliore, ascoltando e comprendendo i bisogni del prossimo, ancora prima di pensare a ciò che vogliamo noi.

In fondo, il Coronavirus ci ha insegnato a concentrarci sulla salute dei nostri cari, anteponendola anche alla nostra. Ai giovani è stato chiesto di non uscire e responsabilizzarsi, per i nonni e i genitori, per esempio. L’emergenza sanitaria attualmente in atto è una sfida vera e propria, tocca a noi adesso vincerla. In tutti i sensi e in ogni contesto.

Immagine di repertorio