Piscina a basso prezzo ma era una truffa, doppia denuncia nel Catanese: ecco cosa è successo

Piscina a basso prezzo ma era una truffa, doppia denuncia nel Catanese: ecco cosa è successo

RADDUSA – I Carabinieri della Stazione di Raddusa (Catania) hanno denunciato un 26enne di Casavatore (NA) e una 50enne di origini peruviane ma residente a Mugnano di Napoli (NA), ritenuti responsabili di truffa aggravata in concorso.

In queste torride giornate la voglia di frescura sicuramente alletta gli internauti ma a volte, come in questo caso, si rischia una solenne “fregatura” da parte di personaggi senza scrupoli.

In ordine, lo scorso 10 luglio una casalinga 41enne di Raddusa navigando su internet tra i siti per gli acquisti online si era imbattuta in quella che, almeno apparentemente, le era sembrata essere un’occasione da non lasciarsi sfuggire: una piscina per potersi rinfrescare con i figli al prezzo di 700 euro ma che, stante “l’offerta”, avrebbe potuto acquistarla a 595 euro.

La donna ha immediatamente approfittato dell’opportunità e, mediante messaggistica di WhatsApp, ha preso accordi con il titolare che le ha fornito i dati necessari per effettuare il pagamento sul suo codice bancario IBAN tramite una PostePay. Questa la premessa ma l’epilogo, purtroppo, si è rivelato di gusto amaro per la signora che ha mestamente realizzato d’essere stata vittima di una truffa.

La donna, infatti, nonostante le sue richieste, non aveva ricevuto dal venditore alcun numero di tracking per accertarsi della spedizione della piscina e lei stessa, in particolare, era stata da quest’ultimo “bloccata” sull’applicazione di messaggistica.

Con una punta tra il livore e il rammarico la donna si è recata in caserma per denunciare i fatti dove i militari, a seguito dei primi accertamenti svolti, hanno scoperto che l’utenza telefonica di contatto era intestata alla peruviana-napoletana 50enne, mentre il venditore risultava essere effettivamente l’intestatario della carta prepagata sulla quale aveva effettuato il bonifico che comunque, per l’uso scorretto effettuato dal titolare, veniva immediatamente bloccata da Poste Italiane.