La strada della vita

La strada della vita

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

La fatidica domanda: “Cosa vorresti fare da grande? Sei giunto alla meta?”.

Se cerchiamo la parola ‘vita’ nel dizionario troveremo la seguente definizione:<<Forza propria degli esseri animali e vegetali, in virtù della quale essi sono in grado di muoversi, reagire agli stimoli, conservare e reintegrare la propria forma e riprodurla in nuovi organismi simili a sé>>. Tutti saranno soddisfatti della definizione appena data perché quando si parla di “vivere” pensiamo alle capacità che il corpo umano possiede.

Ciononostante io penso che la parola in sé sia più di questo e abbia un significato differente per ognuno di noi: vivere non è solo svegliarsi la mattina, andare a lavoro o a scuola e aspettare la fine della giornata trascorrendo le ore pensando solo a quando finirà quella “tortura”, più comunemente chiamata “routine”,  poi andare a dormire e ripetere le stesse azioni per una durata di tempo che è sconosciuta a tutti; alcuni vedono la vita come un’opportunità per sognare e dare libero sfogo al proprio ego, ottenendo grandi soddisfazioni, pur dovendo superare mille ostacoli e incontrare molti vicoli ciechi che in verità ben pochi riescono a superare; altri ancora pensano sia solo un “godersela” continuo, senza fine, fregandosene del resto del mondo e pensando solo a “rischiare”; infine troviamo coloro che non sanno cosa significhi veramente “vivere la vita” e vanno avanti senza pensare ai perché, a causa del fatto che, forse, non si sono mai chiesti cosa sia la vita e cosa faccia ognuno di noi per viverla.

Adesso desidero esprimere il mio pensiero a proposito della vita. L’ho sempre interpretata come un una strada, non una qualunque, ma quella principale. Quella che attraversa l’intera città, dalla periferia al centro cittadino. Immaginate questa via piena di traverse e strade secondarie, rotonde, incroci e vicoli ciechi e alla fine una piazza enorme (la meta). Dopo dobbiamo posizionarci: proprio all’inizio del percorso, allo “start”, come nel gioco dell’oca.

Mi prenderete per pazza, ma è proprio così che vedo la vita: come un itinerario creato e sognato fin da piccoli che ha come meta il nostro sogno più grande, eppure non è facile arrivarci perché troveremo strade chiuse, deviazioni, ci fermeremo davanti a bivi e spesso prenderemo la via che ci sembra meno tortuosa pur sapendo che probabilmente ci allontanerà dal punto di arrivo.

Arriverà il momento in cui non avremo provviste sufficienti e perderemo le speranze: in questi momenti dovremo continuare, ricorrendo a tutte le nostre forze. Oppure a un certo punto del tragitto troveremo un viandante, che diventerà il nostro sostegno e compagno di viaggio.

Insieme si arriverà alla fine, anche se per alcuni il viaggio termina nella viottola più vicina al centro della città, altri rimarranno a metà del cammino, alla fine ci sarà chi non ha mai creduto o almeno sperato nella riuscita del viaggio, a causa forse delle poche provviste, rimanendo per sempre sulla linea di inizio.