Il Green Pass divide la Sicilia. “No vax, no drink” fuori dal locale. Minacce e insulti alla proprietaria: “Mi ricordi l’Olocausto”

Il Green Pass divide la Sicilia. “No vax, no drink” fuori dal locale. Minacce e insulti alla proprietaria: “Mi ricordi l’Olocausto”

PALERMO – Green Pass obbligatorio o no? Solo per i viaggi o anche per entrare in locali e ristoranti? Dopo la prima o solo dopo la seconda dose di vaccino? Il dibattito sulle modalità di emissione e fruizione della certificazione verde impazza. Oggi è prevista la Conferenza delle Regioni, nella quale si formalizzerà la proposta di modifica dei parametri dei territori, domani la Stato-Regioni, la cabina di regia politica a palazzo Chigi e a seguire il Consiglio dei ministri.

Sul piatto le proposte di criteri più rigidi per locali e clienti in merito alla presentazione e accettazione del Green Pass. Criteri e linee guida ancora da decidere, ma alcuni locali stanno bruciando le tappe, cercando di regolamentare gli ingressi sin da subito. È il caso dell’enoteca letterariaProspero” di Palermo, in via Marche. La proprietaria, Cinzia Orabona, ha fatto sapere via social che da ora chi non è vaccinato non potrà entrare nel suo locale.

No vax, no drink” è lo slogan. Una decisione legittima, soprattutto in termini di sicurezza, ma che non è stata apprezzata da parecchi clienti, che hanno commentato sotto al post indignati. Non solo critiche, ma soprattutto minacce e paragoni tra la decisione della proprietaria e (addirittura) l’Olocausto.

C’è chi parla di discriminazione, chi di Nazismo, chi minaccia di chiamare carabinieri, Guardia di Finanza e altre forze dell’ordine per organizzare “controlli di ripicca” (senza sapere che ci vogliono delle prove prima di potere agire e segnalare, nonché degli ordini ben precisi).

Ovviamente si tratta solo di una parte di clientela. Tanti altri feed sono stati positivi e parlano di un’iniziativa giusta soprattutto in un momento difficile come questo. Nel mezzo, però, almeno secondo quanto riportato dai colleghi di Giornale di Sicilia, ci sarebbero parecchi messaggi minatori a preoccupare davvero la proprietaria.

Lei stessa sotto il post incriminato scrive: “Avete paragonato le vaccinazioni all’Olocausto. Mi avete dato della fascista e della razzista. Avete mostrato la violenza tipica dei leoni da tastiera. Non conosco una sola persona che giura e spergiura di non tornare mai più da Peospero. Accetto critiche ma non insulti. Accetto discussioni civili ma non minacce“.

Temo per la mia incolumità e anche per quella dei clienti“, ha detto a GDS. Un’altra storia che rende l’idea delle divisioni interne in questo paese, una vera e propria spaccatura che piano piano sta sempre più degenerando.

Fonte immagine Facebook – Prospero / Enoteca letteraria