Genitori separati: tempi paritetici con il figlio? No se per lui è dannoso

Genitori separati: tempi paritetici con il figlio? No se per lui è dannoso

I genitori separati hanno il diritto di passare lo stesso tempo con i figli? Secondo la Cassazione no. Con una decisione che è destinata a far discutere gli Ermellini hanno, infatti, rimarcato che occorre tenere conto delle esigenze del minore e assicurargli una crescita serena ed armoniosa. Se trascorrere tempi paritetici con il papà e la mamma è per lui pregiudizievole, il giudice stabilirà tempi diversi.

Vediamo nel dettaglio cosa è successo.

Nel corso di un giudizio di separazione, la Corte d’Appello confermava l’affidamento condiviso di due minori con collocamento presso la madre, confermava l’assegno di mantenimento a carico del padre ed in favore dei bambini pari a 550 euro al mese ciascuno, nonostante l’appellante ne avesse chiesto la riduzione, e revocava il contributo in favore della moglie. Inoltre, il collegio ampliava i tempi di permanenza dei figli presso il padre durante le vacanze estive.

Ricorso in Cassazione: è possibile passare lo stesso tempo con i figli?

Il padre, non contento della decisione del giudice d’appello, si rivolge alla Cassazione obiettando principalmente sui tempi di permanenza dei figli con i genitori, così come stabiliti in sede di merito: a parere del ricorrente troppo lunghi con la madre e troppo brevi col padre. Per tale ragione quest’ultimo chiede la collocazione dei bambini ripartita a settimane alterne.

Cassazione: tempi diversi se è meglio per il minore

Con ordinanza n. 17221/2021 la Suprema Corte respinge il ricorso. 

In relazione al primo motivo gli Ermellini ricordano che il regime legale dell’affidamento condiviso, orientato alla tutela dell’interesse morale e materiale della prole, deve tendenzialmente comportare, in mancanza di gravi ragioni ostative, una frequentazione paritaria dei genitori con il figlio. “Tuttavia nell’interesse del minore il giudice può individuare un assetto che si discosti da questo principio tendenziale, al fine di assicurare allo stesso la situazione più confacente al suo benessere“.

I genitori, dunque, non hanno diritto a trascorrere con i figli tempi perfettamente identici sulla base di criteri simmetrici. Il giudice deve piuttosto tenere conto delle esigenze del bambino: deve garantire il suo diritto alla bi-genitorialità e al mantenimento di un rapporto con entrambi i genitori (laddove non sia per lui nocivo), certo, ma deve soprattutto tutelare il suo diritto ad una crescita serena ed armoniosa. Se una permanenza paritetica presso entrambi i genitori sia per lui pregiudizievole, tempi identici non vanno stabiliti.

Nel caso di specie la collocazione dei minori a settimane alterne presso i genitori non si concilia con le loro esigenze ed il loro benessere. Gli stessi peraltro – spiega la Corte – stanno crescendo e presto saranno in grado di gestire autonomamente i tempi di frequentazione del padre e della madre.