Catania, niente sicurezza per i ciclisti: il paradosso della città che vuol essere “bike friendly”

Catania, niente sicurezza per i ciclisti: il paradosso della città che vuol essere “bike friendly”

CATANIA – Un progetto per dotare la città di Catania di un piano delle reti ciclabili urbane. È questa la sintesi del bando di progettazione per la realizzazione delle Reti Della Mobilità Dolce per la Sostenibilità Urbana pubblicato ad aprile sulla Gazzetta Ufficiale Europea e che interessa da vicino il capoluogo etneo.

Entro il 2023 la città mira finalmente a dare una svolta alla mobilità su due ruote, con la comparsa di 40 chilometri di piste ciclabili connesse in tutto il territorio urbano. Nell’attesa, il prossimo 24 giugno debutterà il servizio bike sharing di AmiGo per incentivare il ricorso alla pedalata.

Un’ambizione non da poco, se si considera che ai piedi dell’Etna parlare di trasformazione “verde” legata alla bici rappresenta ancor oggi un vero e proprio tabù.

Un 2020 da “zero” in pagella

Il recente rapporto “Clean Cities” di Legambiente, pubblicato nel mese di maggio 2021, ha svelato per l’ennesima volta la grave incapacità di Catania di adattarsi ai cambiamenti, anche sotto il profilo della mobilità sostenibile. Tra i vari indici che spingono malamente in basso la città dell’elefante, spicca infatti quello relativo alle piste e ai percorsi ciclabili progettati nel corso del 2020. Zero.

Una cifra che rimarca con mestizia le ampie differenze con realtà più “dinamiche” come Bologna, Genova e Milano dove l’anno della pandemia è servito per ridisegnare gli spazi cittadini destinati alla mobilità ciclabile (nel capoluogo emiliano, per esempio, ne sono stati progettati ben 126 chilometri).

Catania, poche piste ciclabili

La pista ciclabile più estesa e conosciuta in città è quella realizzata nel 2016 sul lungomare di Catania sotto l’amministrazione Bianco. Le altre si trovano al viale Kennedy (nel tratto contiguo alla Playa), in via Giovanni Di Prima e nel quartiere di Librino, quest’ultima consegnata due anni fa con i fondi Pon Metro. Tra questi quattro percorsi, al momento, non esiste alcuna connessione.

Ad accomunare però il “poker d’assi” delle piste etnee sono diverse criticità come la brevità dei tragitti, l’utilizzo improprio da parte dei cittadini e gli elevati rischi connessi alla contiguità con carreggiate frequentate quotidianamente da auto, mezzi pesanti e motorini.

La pista ciclabile di via Giovanni Di Prima

La sicurezza prima di tutto

Proprio sul tema della sicurezza dovranno concentrarsi gli sforzi da compiere lungo il tragitto verso il raggiungimento di obiettivi green ai piedi dell’Etna.

Le recenti cronache cittadine hanno sottolineato la necessità improrogabile di porre in primo piano la salvaguardia degli utenti su due ruote. All’aumentare delle piste ciclabili a Catania dovrà crescere, di pari passo, anche il livello di incolumità degli utilizzatori.

Una corretta progettazione

Tale priorità può essere soddisfatta esclusivamente attraverso una migliore progettazione dei tracciati, in grado di mettere il ciclista al centro del progetto. Mettersi oggi in sella a bici nel capoluogo etneo significa dover affrontare un manto stradale sconnesso o caratterizzato da ostacoli di vario genere.

Esempio lampante proprio la citata pista del lungomare cittadino, dove da cinque anni il percorso è tagliato da un dosso artificiale rialzato in viale Ruggero Di Lauria pensato per limitare la velocità dei mezzi in transito e permettere l’attraversamento pedonale.