MESSINA – La Corte di Appello di Messina ha annullato la sentenza con cui il Tribunale penale di Messina in composizione collegiale, presidente dottoressa Letteria Silipigni e pubblico ministero dottor Francesco Massara, in data 25 luglio 2020 aveva condannato il giudice dottoressa Maria Fascetto Sivillo, difesa dal professor avvocato Carlo Taormina, alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, con le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Si fa riferimento al processo che, in primo grado, aveva condannato il giudice Sivillo per tentata concussione continuata. La vicenda che la vede protagonista riguarda il caso di Riscossione Sicilia S.p.a. (sede di Enna) in cui, secondo l’accusa, il magistrato in questione avrebbe “obbligato” alcuni funzionari dell’ente regionale a cancellare cartelle esattoriali a suo carico. Tale tentativo, però, sarebbe stato vano.
Secondo quanto è noto, nel ricevere un atto di pignoramento, avrebbe telefonato a Fabio Maria Sutera, al tempo responsabile della sede in questione, chiedendo la cancellazione della procedura.
Il giudice Maria Fascetto Sivillo, infatti, fu accusata di avere “abusato della sua qualità e dei suoi poteri, compiendo più atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere funzionari di Riscossione Sicilia Spa alla cancellazione di procedure esecutive contro di lei intentate”, secondo quanto sancito dal G.U.P. di Messina che ha motivato in tal modo il rinvio a giudizio.
In Appello, poi, l’accusa avrebbe proposto la riqualificazione del reato che avrebbe integrato gli estremi dell’abuso d’ufficio, con pena ridotta a un anno e mezzo, e non di tentata concussione continuata.
Oggi, invece, si registra un’inversione di rotta: annullamento della sentenza con trasmissione degli atti al presidente della Sezione Penale del Tribunale di Messina “per il nuovo giudizio“. Per leggere il testo integrale della decisione, Clicca Qui.
“È un primo passo per la verità – ha commentato il magistrato catanese Maria Fascetto Sivillo -. Aspetto adesso con fiducia che trionfi la giustizia nella sua complessità, riconoscendo la mia totale innocenza“.
