Forconi: “Diciamo no alla scuola-azienda con il dirigente scolastico padrone”

Forconi: “Diciamo no alla scuola-azienda con il dirigente scolastico padrone”

SICILIA – Sono state diverse decine di migliaia in tutta Italia le persone che, tra studenti, professori e sostenitori della protesta, hanno deciso ieri di scendere in piazza per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. Uno sciopero generale definito da alcuni sindacalisti come “il più grande di sempre”.

Ed una delle regioni ad aver fatto la “voce grossa” è stata proprio la Sicilia, con oltre 10 mila adesioni al corte di Palermo e oltre 5 mila manifestanti nel corteo che ha mandato in tilt il traffico catanese.

Tra le varie associazioni sindacali e i partiti presenti e sostenitori della protesta, anche il movimento dei Forconi che stamane, tramite Salvo Conoscenti, continuano a dire di no ad una scuola gestita come un comparto aziendale, con tanto di manager.

Avremo una scuola sempre più azienda – afferma Conoscenti -, quindi gestita con criteri di costi e ricavi e non con criteri di garanzia di formazione eguale in tutto il territorio. Il Dirigente scolastico assurge nel suo ruolo a manager, cosa per la la quale non è stato formato, di fatto decide il pft, piano formativo triennale, decide la didattica svolta dai docenti, interviene direttamente sulla didattica da adottare, sceglie i suoi collaboratori, può usare fondi in autonomia e dare incarichi decretando la fine della collegialità nelle scelte e dando un profilo di “caporalato” alla figura dello stesso“.

Ciò su cui batte fortemente il movimento dei forconi, è la modifica all’art.8 sulle assunzioni, sulle quali, con l’approvazione del ddl, potrà avere libertà d’agire il dirigente scolastico – manager.

Il governo sarebbe stato saggio a lasciare nel decreto legge la parte che riguarda le assunzioni -prosegue Conoscenti -, pressata peraltro dalla urgenza dei tempi per garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico. In tale processo di riforma chiediamo che tutto ciò che riguarda il rapporto di lavoro, retribuzioni, formazione e mobilità venga ricondotto alla sede naturale di discussione e decisione, che è quella contrattuale nel rispetto delle norme sul lavoro pubblico. Gli scatti di anzianità sarebbero previsti con una quota di risorse aggiuntive disponibili dal 2016 sotto forma di bonus affidati alla mera discrezionalità del dirigente e di attuare procedure premiali che di fatto metterebbe i docenti contro. Altro punto inaccettabile è il metodo di reclutamento, l’attribuzione e il mutamento della sede di servizio che porterebbe la scuola verso derive individualistiche anziché di collegialità

Insomma, il movimento reputa questo decreto legge un vero e proprio attacco alla scuola pubblica, che a causa di un’insana competizione tra le varie scuole, potrebbe generare istituti di serie “A” e serie “B”.