Pandemia e benessere del cittadino: cresce la soddisfazione sulle condizioni di vita. Sicilia fanalino di coda

Pandemia e benessere del cittadino: cresce la soddisfazione sulle condizioni di vita. Sicilia fanalino di coda

ITALIA – Ogni giorno sentiamo parlare di prodotto interno lordo, di produzione del Paese, di consumi e di crescita. Ma questi sono solo dati economici, freddi e crudi, che non necessariamente rappresentano il benessere o la felicità del cittadino, sia personale che familiare. Anche e soprattutto nell’anno della Pandemia, l’Istat ha voluto effettuare un sondaggio tra la popolazione italiana per capire la soddisfazione o meno delle attuali condizioni di vita.

Cresce la soddisfazione ma persiste il divario

Nonostante la pandemia da Covid-19, le restrizioni e la crisi di alcuni settori dell’economia, continua a crescere la soddisfazione relativamente alle proprie condizioni di vita. Rispetto all’analisi pre-Covid del 2019, la quota di chi esprime i punteggi più alti sale dal 43,2% al 44,3%, a scapito sostanzialmente dei punteggi più bassi (dal 14,2% al 12,5%).

Nel dettaglio, nel 2020 il 44,3% delle persone di 14 anni e più indica i livelli di punteggio più alti (8-10), il 41,3% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7) mentre il 12,5% la valuta con i punteggi più bassi (0-5). A essere più soddisfatti sono le persone nelle classi di età centrali, i residenti al Nord, gli occupati nelle posizioni più elevate o alle dipendenze e le persone più istruite.

Fortunatamente, almeno in questo caso, assente il gap tra i 2 sessi. In questa valutazione, infatti, sia uomini che donne hanno espresso maggiore soddisfazione in egual misura e in tutte le classi di età, in particolare le persone di 65-74 anni (da 59,6% a 62,4%).

A persistere, invece, il divario tra Nord e Sud. A livello territoriale, a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 63,3% dei cittadini del Nord, il 57,8% di quelli del Centro e il 50,9% dei residenti nel Mezzogiorno. In quest’ultima area, dove le persone manifestano in generale una minor soddisfazione, si registra comunque una ripresa della quota dei “molto o abbastanza soddisfatti”, in linea con l’andamento nazionale.

La Sicilia, purtroppo, nuovamente fanalino di coda con solo il 39,8% che si dichiara soddisfatto. A far peggio della nostra Isola è la Campania, dove solo il 31,7% ritiene di sentirsi soddisfatto. Le regioni con i più elevati livelli di soddisfazione sono, invece, il Trentino Alto Adige (61,8%), la Valle d’Aosta (54,0%) e il Friuli Venezia-Giulia (49,4%).

Ma il divario persiste anche per quanto riguarda la situazione di salute. Sul territorio, la soddisfazione per il proprio stato di salute è più alta al Nord: 83,6% contro 79,2% del Mezzogiorno, malgrado il processo di invecchiamento sia più avanzato nell’Italia settentrionale. Il Centro presenta una quota di persone molto o abbastanza soddisfatte, pari all’ 81,2%.

Soddisfazione tra laureati e dipendenti

Un dato sicuramente positivo in questa rilevazione pubblicata dall’Istat è la crescita della soddisfazione degli occupati, con l’eccezione dei lavoratori in proprio.

La condizione occupazionale influisce sul giudizio. Chi è occupato o impegnato in una attività formativa (studenti) esprime più frequentemente giudizi molto positivi: Il 49% degli occupati e il 52,1% degli studenti dichiarano una soddisfazione elevata.

Anche la posizione nella professione incide: tra gli occupati, i livelli di soddisfazione più alti sono espressi da dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (53,1%), insieme agli impiegati (50,9%). Tassi più bassi per operai (46,8%) e lavoratori in proprio (44,8%). Le persone in cerca di nuova occupazione (32,6%) e le casalinghe (39,9%) presentano, come in passato, livelli bassi.

La soddisfazione generale aumenta con il titolo di studio. Le persone molto soddisfatte sono il 36,6% tra chi ha al massimo la licenza elementare e il 50,1% tra i laureati. Tra questi ultimi la quota di soddisfatti ha un aumento superiore alla media (erano il 43,7% nel 2019), una dato molto positivo tenendo conto dell’attuale crisi occupazionale e sociale.

Dati relativi relazioni familiari e amicali

Rimane stabile l’indice di soddisfazione delle relazioni familiari ma cala leggermente, invece, quello relativo alle relazioni amicali, principalmente a causa degli ostacoli che le restrizioni hanno posto alla socialità, ridotta oramai ai minimi termini. Ma vediamo nel dettaglio.

La soddisfazione per le relazioni familiari è sempre stata molto alta. Nella rilevazione, l’89,7% delle persone di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo. Solo una quota residuale, l’1,5%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente. In questo ambito non ci sono differenze di genere. In relazione all’età invece la soddisfazione si mantiene su livelli elevati fino ai 44 anni e poi decresce lentamente all’avanzare dell’età.

Purtroppo, il “neo” di questa rilevazione è nuovamente il divario territoriale. Infatti, a discapito degli stereotipi, mente nel Nord e Centro i dati si mantengono stabili, la soddisfazione è in calo nel Meridione, con solo l’88,5% che si dichiara soddisfatto (dato tra l’altro sotto la media nazionale).

Ma l’inflessione riguarda anche i rapporti amicali. Infatti,  ancora una volta un calo nel Mezzogiorno, dove le persone soddisfatte rappresentano l’80,2% del totale (82,0% nel 2019). Il Centro registra un calo nella quota di molto soddisfatti ma rimane sostanzialmente sui livelli del 2019 (81,2%). Anche al Nord la situazione non varia, restando la ripartizione territoriale dove la soddisfazione è maggiore (83,0%).

Il calo rilevato nel Mezzogiorno e la stasi della soddisfazione per le relazioni amicali nelle altre ripartizioni sono uno degli effetti collaterali di questa pandemia. I dati, infatti, mostrano nuovamente un aumento del gap tra Nord e Sud del Paese, che si era risanato nel 2019.

Fonte immagine: DaBitonto