Natalità e famiglia, “La prima e più essenziale comunicazione è quella della vita”

Natalità e famiglia, “La prima e più essenziale comunicazione è quella della vita”

ITALIA –Come associazione attenta ai temi della comunicazione non possiamo non cogliere questa occasione per sostenere ogni iniziativa che voglia promuovere la prima e più essenziale comunicazione: quella della vita”. Lo afferma il presidente nazionale dell’Aiart, (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione), Giovanni Baggio, commentando quanto emerso negli Stati generali della natalità, svoltisi a Roma con gli interventi di Papa Francesco e del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Senza natalità non c’è futuro. Se le famiglie ripartono, tutto riparte“. Sono queste le espressioni che hanno trovato univoca convergenza negli interventi agli Stati generali della natalità.

Il premier Mario Draghi ha ammonito: “Un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e non progetta. È un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire” .

La natalità è, infatti “un tema urgente, basilare per invertire la tendenza e rimettere in moto l’Italia. L’Italia si trova da anni con il numero più basso di nascite in Europa nel 2020 è stato registrato il numero più basso di nascite dall’unità nazionale, e non solo per il Covid ma per una continua, progressiva tendenza al ribasso, un inverno sempre più rigido”.

L’Istat parla di un “pesante crollo” della natalità: negli ultimi 5 anni si è passati dai 18 nati ogni mille abitanti della seconda metà degli anni ’60, a 10 nella seconda metà degli anni ’80, fino ai 7,3 del periodo 2016-2020. Nell’anno 2020 sono nati 404mila bambini, per il 2021 la stima è di un calo arrivando a una cifra tra i 384mila e i 393mila.

Eppure tutto ciò non sembra aver ancora attirato l’attenzione generale”, afferma Papa Francesco, citando il presidente Mattarella il quale ha ricordato che “le famiglie non sono il tessuto connettivo dell’Italia, le famiglie sono l’Italia”.

Perché il futuro sia buono, allora, “occorre prendersi cura delle famiglie, in particolare di quelle giovani, assalite da preoccupazioni che rischiano di paralizzarne i progetti di vita”, a causa dell’incertezza del lavoro e del timore di non poter sostenere economicamente i costi dei figli.

Urge offrire ai giovani garanzie di un impiego sufficientemente stabile, sicurezze per la casa, attrattive per non lasciare il Paese”.

Come sarebbe bello veder crescere il numero d’imprenditori e aziende che, oltre a produrre utili, promuovano vite, che siano attenti a non sfruttare mai le persone con condizioni e orari insostenibili, che giungano a distribuire parte dei ricavi ai lavoratori, nell’ottica di contribuire a uno sviluppo impagabile, quello delle famiglie! È una sfida non solo per l’Italia”.

Le parole del Papa trovano concretezza nella volontà politica del presidente del Consiglio Mario Draghi, alla presenza dei ministri della Famiglia e della Scuola, primarie agenzie di educazione e formazione per una cultura della sacralità della vita, del rispetto delle persone nella realizzazione dei propri ideali.

Scuola e famiglia

La scuola, “non può essere una fabbrica di nozioni da riversare sugli individui; dev’essere il tempo privilegiato per l’incontro e la crescita umana. A scuola non si matura solo attraverso i voti, ma attraverso i volti che s’incontrano. E per i giovani è essenziale venire a contatto con modelli alti, che formino i cuori oltre che le menti”.

Perché “i giovani non crescono grazie ai fuochi d’artificio dell’apparenza, e mantenersi giovani non viene dal farsi selfie e ritocchi, ma dal potersi specchiare un giorno negli occhi dei propri figli. Realizzarsi non vuol dire soltanto fare soldi e conquistare successo, Questa mentalità è una cancrena per la società e rende insostenibile il futuro”.

I giovani “sognano”. E i dati dicono che la maggior parte dei giovani desidera avere figli, ma i loro sogni di vita, germogli di rinascita del Paese, si scontrano con un inverno demografico ancora freddo e buio: solo la metà dei giovani crede di riuscire ad avere due figli nel corso della vita.

Sono indispensabili una politica, un’economia, un’informazione e una cultura che promuovano coraggiosamente la natalità.

In occasione della 55esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ritorna fondamentale l’impegno a realizzare una nuova narrazione della natalità, a sostegno delle condizioni femminili e non provare vergogna se una donna rimane incinta, mettendo in luce la consapevolezza dell’importanza di avere figli come prodotto del miglioramento della condizione della donna, e non antitetico alla sua emancipazione.

La Sostenibilità fa rima con Responsabilità che ha bisogno di un’anima che si chiama Solidarietà. SRS sono le nuove sigle che garantiscono sviluppo, crescita, vero progresso ed il tanto auspicato nuovo umanesimo per far rifiorire la società.

Articolo redatto in collaborazione con Giuseppe Adernò