Il Catania affonda nel “mare mosso”, etnei distratti dalle schermaglie Sigi-Tacopina: chiarezza ora o mai più

Il Catania affonda nel “mare mosso”, etnei distratti dalle schermaglie Sigi-Tacopina: chiarezza ora o mai più

CATANIA – Una sconfitta annunciata. Può essere definita con questi termini la clamorosa debacle maturata oggi pomeriggio sul rettangolo verde del “Massimino” dagli uomini di Baldini nel primo turno dei play-off di Serie C al cospetto del Foggia.

Il risultato di 1-3 che sbatte fuori la formazione rossazzurra dal mini torneo promozione si configura come conseguenza naturale della settimana appena trascorsa, contraddistinta dalle note vicissitudini societarie.

In campo senza “testa”

Il closing clamorosamente saltato, così come le scaramucce a distanza tra la Sigi e l’avvocato italo-americano Joe Tacopina, hanno inevitabilmente catalizzato le attenzioni di tutti, allontanandole dal campo.

La compagine pugliese, neopromossa dalla Serie D alla Serie C ha trovato dinnanzi a sé un avversario mentalmente assente e distratto. Facile, quindi, colpire il nervo scoperto e assestare i colpi che hanno cancellato le velleità di passaggio del turno degli etnei.

Quale futuro per il Catania?

Affaristi, avvoltoi e salvatori della patria. Alla resa dei conti, noi non faremo sconti”, è l’eloquente striscione apparso nel prepartita di Catania-Foggia sotto la curva nord. Chiaro sentore del disappunto della tifoseria rossazzurra.

Adesso, come ampiamente preventivato, la vera “partita” da giocare si sposta definitivamente all’esterno del “Massimino”. Spenti i riflettori dell’impianto di Cibali, la città etnea attende risposte certe sul grande garbuglio costituito da rinvii, accordi saltati e debiti irrisolti.

Lo striscione polemico presente oggi pomeriggio sotto la curva nord

Un’anticipazione sul futuro del club etneo potrebbe già arrivare a breve, in occasione della conferenza stampa congiunta del CdA di Sigi e dell’amministratore unico Nicola Le Mura, programmata a Torre del Grifo per la mattina di martedì 11 maggio.

Uscire dal “mare mosso” nel quale si trova invischiato adesso il sodalizio etneo è l’unico desiderio della Catania sportiva. Oggi come ieri servono capitani arguti e marinai coraggiosi capaci di evitare i forti venti di burrasca già avvertiti soltanto 12 mesi addietro.