Zona rossa a Palermo e campagna vaccinale, i pareri dei deputati regionali

Zona rossa a Palermo e campagna vaccinale, i pareri dei deputati regionali

PALERMO – Continua a tenere banco l’indizione della zona rossa a Palermo. Una misura extrema ratio per cercare di limitare, per quanto possibile, la diffusine dei contagi da Covid-19 nel capoluogo siciliano. Sul contraltare però le attività commerciali e la cittadinanza sono decisamente provati da un anno di pandemia, con aperture a singhiozzo e una crisi economica che è sempre più dietro l’angolo.

A questo si aggiunge il tema dei vaccini, con la Regione che sta studiando possibili strategie per potenziare la campagna vaccinale nell’Isola.

Gli umori dell’Ars

Abbiamo provato a sentire il parere di alcuni deputati regionali sull’attuale stato dell’emergenza Coronavirus. Ecco le loro voci.

MARIANNA CARONIA (FORZA ITALIA)

Sulla zona rossa, non credo che si potesse fare diversamente. Sicuramente qualcosa in termini di riduzione di pressioni agli ospedali la avremmo, ma sarebbe stato preferibile un lockdown per 15-20 giorni, un sacrificio per tutti ora, piuttosto che questo tipo di misura stabilita dai DPCM. Quando i codici ATECO che rimangono chiusi sono pochi e molti negozi sono comunque aperti, alla fine la zona rossa non risulta efficace. Se non si riaprono le attività commerciali, soprattutto quelle che riguardano la ristorazione, molti chiuderanno, non riapriranno più. Le aziende di che cosa devono vivere? Non è che a Palermo tutti vivono di assistenzialismo. C’è soprattutto gente che produce, comunque che fa fatturato. Quando rimani chiuso per tutti questi mesi, il danno è superiore rispetto ad una chiusura più efficace ma per un periodo più limitato. Ecco perché dicono che un lockdown sarebbe stato più efficace”.

Ho fatto una proposta al presidente Musumeci. Se noi non aumentiamo il numero dei vaccini, questa è una situazione che non migliorerà. Quindi dobbiamo aumentare gli hub. Io ho proposto per Palermo la ‘Casa del Sole’, che ha già le strutture adatte, e di ripristinare i camper itineranti per tutti i comuni e le circoscrizioni di Palermo, dove si facevano in loco i vaccini. È chiaro che per il Pfizer, per il quale ci vuole un frigorifero a -20, non è adatto a questo scopo. Ma ad esempio ricordo che le ambulanze del 118, il cui parco auto è stato rifatto un anno fa, si potrebbero rimettere in funzioni bene, in modo da farle diventare delle sedi operative da mandare in giro per tutta la Sicilia, collaborando con i sindaci della provincia. Al di là della polemica, ci vogliono idee e proposte concrete. Ne dobbiamo uscire”.

VALENTINA PALMERI (ATTIVA SICILIA)

Quello della zona rossa è un problema che è conseguenza dell’assenza di una strategia efficace. Le aperture e le chiusure a singhiozzo non portano da nessuna parte, senza un controllo dei processi. Si potrebbe ricorrere a prenotazioni con SMS o messaggi telematici per i negozi, proprio per controllare meglio i movimenti delle persone, evitando gli assembramenti, ed aiutare al contempo l’economia”.

Credo che noi non possiamo rimandare all’infinito le riaperture, lasciando tutto chiuso fino all’eternità. Iniziare a sperimentare un avvio graduale delle attività, valutando ad esempio delle riaperture ai vaccinati sarebbe un buon test. Poi chiaramente bisognerebbe accelerare sulla campagna vaccinale. Chiaramente non è stato un bel momento per i siciliani, che già sono abbastanza provati. Vediamo di far fare alle indagini il loro corso, di chiarire il più velocemente possibile le dinamiche, in modo da chiarire tutti i retroscena”.

VINCENZO FIGUCCIA (LEGA)

Bisogna ampliare la campagna vaccinale attraverso il coinvolgimento di siti periferici e di centri commerciali. Deve passare il principio che vaccinarsi è una procedura di normale vita quotidiana. Tra l’altro in questo momento, che ha chiuso diverse categorie economiche, dobbiamo garantire lo svolgimento delle attività commerciali in sicurezza. È inutile chiudere la possibilità di andare nei ristoranti e poi ci sono gli assembramenti nelle case o in città”.

Sono per avviare anche un sistema di cure domiciliari, che sarebbe la vera svolta. Non sappiamo ancora le varianti che strutturazione avranno e se effettivamente chi si vaccina può non contrarre il virus. Il sistema sanitario deve essere organizzato in maniera efficiente, cosa che ad oggi non c’è. Se a 13 mesi dall’inizio della pandemia noi ancora stiamo definendo la zona rossa, significa che in questo periodo abbiamo sbagliato tutto, c’è stato un fallimento e bisognava ricorrere a strategie differenti. La zona rossa è una misura straordinaria. Non puoi chiudere tutto senza dare misure straordinarie in termini economici alle attività che stanno finendo nel baratro”.

ANTHONY BARBAGALLO (PARTITO DEMOCRATICO)

Per essere d’accordo o meno sulla zona rossa dovremmo capire i dati quali sono. Ed è questo il punto su cui insiste il PD da mesi. I conti non tornano, siamo preoccupati dei dati. Dovremmo capire se Musumeci è in grado di fornire i dati veri o, come denunciato il sindaco di Palermo, se questi dati sono taroccati. Dovremmo capire bene come stanno le cose”.

Quando Musumeci si è presentato in aula, io ho attaccato proprio su questo: che deve andare a casa in quanto manca di credibilità. Il problema è che al Governo non crede più nessuno. C’è un problema vero di credibilità della politica. O Musumeci lo risolve o va a casa. Non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia”.

Articolo a cura di Pietro Minardi