Pasquetta 2021, così si concludono le festività in Sicilia: quali tradizioni sono state “rubate” ai nostri antenati?

Pasquetta 2021, così si concludono le festività in Sicilia: quali tradizioni sono state “rubate” ai nostri antenati?

SICILIA – Con il giorno di oggi, la Pasquetta, possono definirsi ufficialmente concluse le festività pasquali e con esse la settimana Santa che le comprende, ma quali riti celebrati in questi ultimi giorni in Sicilia “non appartengono” pienamente alla tradizione? Quali altri invece si rifanno a influenze “straniere”?

Generalmente le tradizioni siciliane hanno infatti influenza spagnola, ma grazie alla lunga lista di dominazioni che hanno scritto la storia dell’Isola è stato possibile trovare nei riti pasquali i tasselli del grande mosaico delle culture che affondano le proprie radici nella nostra terra.

Di questi hanno un ruolo fondamentale le sacre rappresentazioni e le “diavolate” siciliane, che hanno subito la forte influenza della tradizione Medievale. Un altro esempio è quello fornito dalla comunità di Piana degli Albanesi, che conserva lingua, tradizioni e costumi albanesi e si distingue per i suoi riti di origini greco-bizantine. Nelle celebrazioni liturgiche vengono infatti utilizzate sia la lingua greca che la lingua albanese.

Tradizioni precristiane e simbolismo di rinascita primaverile, invece, sono ovviamente presenti su tutto il territorio nazionale oltre che regionale, ma in Sicilia alcuni aspetti dei riti e delle celebrazioni pasquali assumono in pieno lo spirito del simbolismo precristiano. Le processioni durante le quali vengono portate fave verdi, fronde di alloro, arancio o mirto, gli archi addobbati con piante e frutti, i falò e le torce: tutti questi simboli rappresentano la rinascita tipica della primavera in maniera più “pagana” che cristiana.

Proprio il caso degli elementi vegetali trae origine da riti di rigenerazione e di celebrazione della fertilità propiziatoria e della rinascita primaverile preesistenti al cristianesimo e che dunque vedono la Pasqua come un “rinnovo” dell’anno attraverso la rappresentazione simbolica di Cristo che muore e risorge.

La Pasqua in Sicilia, certamente vissuta in prima persona più che in altre zone d’Italia, non è sempre simbolo di fede o sentimento religioso, ma spesso e volentieri riti e tradizioni – attraverso la festa – vogliono salutare un nuovo anno che inizia, una nuova stagione di calore e profumi che apre le sue porte agli abitanti dell’Isola, che proprio in questo periodo inizierà a rifiorire, a rinascere, a riempirsi di colori e sapori assolutamente nuovi e mostrando così il suo splendore.

Fonte foto Wikipedia