Catania, ristoratori sempre più stanchi: “La notte non dormo più”, palloncini neri ai tavoli – L’INTERVISTA

Catania, ristoratori sempre più stanchi: “La notte non dormo più”, palloncini neri ai tavoli – L’INTERVISTA

CATANIA – “La notte non dormo più, penso a come smuovere le acque”. A raccontarsi oggi ai microfoni di NewSicilia.it è Piera Giuffrida ma nelle sue parole risuona il lamento di migliaia di ristoratori stanchi e avviliti, schiacciati da una pandemia che ha loro tolto forza e coraggio.

“Per il momento dovremmo lavorare solo d’asporto, ma queste modalità di distribuzione dei prodotti alimentari non sono adatte a tutti i tipi di ristoranti, per questo in molti hanno dovuto chiudere in attesa di nuove direttive”, spiega Piera Giuffrida. Ma queste direttive non sembrano voler arrivare per i ristoranti, che – mentre negozi di abbigliamento o centri commerciali riaprono senza vincoli particolari – restano a guardare da lontano.

Ma è ancora il tempo di guardare? Ormai la risposta unanime è che quel tempo è finito, che è arrivato il momento di fare qualcosa che colpisca in faccia chi ancora non vede o sente questo malcontento, con un vero e proprio schiaffo morale a coloro i quali “dovrebbero ascoltare, ma si voltano dall’altra parte”.

Proprio per questo il prossimo 7 aprile inizierà una manifestazione che durerà 3 giorni: comincerà tutto in piazza Duomo, a Catania, dove dentro e fuori dal locale, Piera e le altre 10 donne che lavorano al suo fianco apparecchieranno i tavoli in attesa di clienti che, purtroppo, non potranno sedersi. Al loro posto saranno legati alle sedie dei palloncini neri, forieri di un lutto dentro cui i ristoratori vivono da ormai un anno.

Ai tavoli anche loro, che consumeranno il proprio pasto in un atto di rimprovero e protesta nei confronti di uno Stato che “sta compiendo un reato, negando alle persone di lavorare.

“Perché al Porto c’è sempre un enorme assembramento di gente che consuma bevande di fronte ai locali? Al Lungomare o in via Etnea quotidianamente ci sono centinaia di persone assembrate perché non ci si può sedere in un qualsiasi locale. Negozi di abbigliamento, centri commerciali, tutti lavorano perfettamente tranne noi ristoratori, i bar, i centri scommesse e le palestre. Perché siamo noi i più colpiti?”, spiega Piera.

Neanche i ristori bastano e per la precisione pare non siano mai bastati: “Gli stessi ristori sono diversi da come era stato promesso: a Natale doveva arrivare il 15% del fatturato del dicembre 2019, invece ci hanno proposto quello di aprile, anche se alla fine non ci hanno dato proprio nulla. Mai arrivata neanche la cassa integrazione, la prima l’abbiamo ricevuta negli scorsi giorni ed è di gennaio 2020. Non arrivo neanche a pagare l’affitto del locale”.

Prosegue ancora: Senza lavorare e senza ricevere alcun supporto ci stiamo tutti riempiendo di debiti. Inoltre è solo in Italia che questa storia dei ristori non funziona, perché negli altri Paesi (dove questi si chiamano indennizzi) nonostante la situazione sia difficile, nessuno è arrivato così in basso”.

“Questa situazione a lungo andare metterà in serio pericolo anche la produzione e le entrate di tutti i produttori che forniscono le materie prime ai ristoranti. – sottolinea – Il rischio è proprio che tutta l’economia crolli per questo motivo perché ad essere abbattuti sono coloro i quali hanno la Partita IVA, punto fermo dell’economia italiana”.

Un momento di sollievo Piera lo ha avuto quando nelle ultime ore cittadini e colleghi hanno fornito un aiuto e una parola di conforto, accettando in pieno la sua idea e credendo nella sua protesta. Ormai è raro che queste manifestazioni vengano viste come “semplici capricci, sembra proprio che anche chi non vive in prima persona la situazione si renda conto di quanto grave essa sia.

Non resta allora che attendere i giorni della protesta e sperare che coraggio e forza tornino nei cuori dei ristoratori: “Sarebbe un bene che questa iniziativa diventi virale. Dobbiamo farci sentire, non possiamo più stare zitti, non possono abbandonarci ancora”, conclude Piera.

Immagine di repertorio