Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Angsa: “Ancora difficoltà, è un tabù”

Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo. Angsa: “Ancora difficoltà, è un tabù”

MESSINA – Si celebra oggi la giornata mondiale per la consapevolezza sullautismo. Una data per non dimenticare chi ancora oggi viene visto come “il diverso”, chi è costretto a condurre uno stile di vita differente e spesso si ritrova a fare i conti con problematiche inerenti, per esempio, l’inclusione sociale.

Proprio in questo 2 aprile molti chiedono di non trascurare quelli che sono prima di tutto i diritti e i bisogni dei soggetti autistici e anche delle loro famiglie, che si ritrovano a far fronte a numerose difficoltà. Ma quanto sappiamo oggi in merito all’autismo?

Autismo, gli ultimi dati: la situazione in Italia e oltre il confine

Stando agli studi forniti da Angsa (Associazione Nazionale Genitori PerSone con Autismo) in America, secondo l’ultima rilevazione avvenuta nel 2016, una persona su 54 è affetta da autismo e sembra che esso colpisca maggiormente la popolazione maschile.

Per quanto concerne l’Italia, invece, sempre secondo Angsa si potrebbe fare una stima su una popolazione residente nel nostro Paese e che supera i 60 milioni. Di questi, 600mila persone sarebbero interessate direttamente dall’autismo. Inoltre, gli ultimi risultati del 2020 che riguardano la nostra nazione ci fanno notare come, rispetto ai 435mila bimbi nati l’anno scorso, coloro che potrebbero trovarsi nello spettro autistico potrebbero superare i 4mila ogni anno.

Peraltro, pare che dal 2000 la tendenza sia in costante aumento passando da un bambino autistico ogni 59 nel 2014 a un bambino autistico ogni 54 nel 2016, dunque un aumento del 10% circa.

L’intervista

Per approfondire la tematica in questione abbiamo intervistato la vicepresidente di Angsa Messina, Domenica Calabrò, che attraverso la sua esperienza diretta ci ha permesso di fare il punto della situazione. La donna esordisce così: “L’autismo è una neurodiversità che nelle forme più severe può dare grave disabilità. È e sarà unproblema‘ perché le persone che rientrano nello spettro avranno molto spesso disagi e difficoltà per una piena autonomia. Persone che avranno necessità per tutta la vita di qualcuno che si occupi di loro”.

Il soggetto autistico è ancora visto come “diverso”

Nonostante negli ultimi anni si assiste sempre più spesso a lotte in nome dell’uguaglianza, della parità dei diritti e ci si impegni ad abbattere i pregiudizi, pare che ci sia ancora molta strada da fare. L’autismo, a detta dell’intervistata, è un esempio lampante di quanto si sta affermando poiché spesso gli autistici e le loro famiglie si ritrovano totalmente soli nella società.

A tal proposito la vicepresidente di Angsa afferma: “C’è più consapevolezza sull’autismo ma ancora manca una vera cultura del rispetto delle ‘differenze’. Permane la difficoltà a interagire con persone con disabilità. Ed è una difficoltà ad abbattere le barriere mentali. La disabilità è un tabù per via delle condizioni di disagio, di difficoltà, e del carico emotivo che coinvolge le persone più vicine”.

Cosa significa essere genitori di un soggetto autistico

Come già evidenziato sopra, non è facile essere genitori di un soggetto autistico. Le famiglie affrontano numerosi problemi e preoccupazioni specie nell’inserimento del figlio all’interno della società, continuando a essere giorno dopo giorno una guida e un sostegno per la persona che ne è affetta.

In merito a ciò, l’intervistata ci racconta: “Essere genitori di persone con autismo significa rivoluzionare la propria vita e le aspettative per i propri figli. Avere un figlio con disabilità è come un lutto. Ci vuole una grande energia per affrontare le difficoltà che si presentano giorno dopo giorno. Lavoro, vita sociale, famiglia: tutto gira intorno ai bisogni del proprio figlio”.

Una giornata per la consapevolezza sull’autismo: una consapevolezza che ancora oggi scarseggia?

Stando a quanto ci racconta la signora Calabrò, pare che ci sia ancora tanto lavoro da fare sul concetto di autismo e sulla considerazione che ha la società nei suoi confronti. Essere autistici non è un problema ma lo diventa nel momento in cui le famiglie vengono lasciate sole, senza ricevere l’aiuto necessario dall’esterno, contando sulle proprie forze e cercando di non cedere allo sconforto.

La vicepresidente di Angsa aggiunge: “Concludo dicendo che essere autistici è una condizione di grande sofferenza per ogni forma se non si forniscono gli strumenti educativi per migliorare la qualità della loro vita. Bisogna recuperare il significato del ‘rispetto’ e riconoscere che anche loro hanno diritto a una vita per quanto possibile piena. Il mio appello è una richiesta di vero impegno a cambiare lo stato attuale delle cose. Solo così potrà avere senso dire che siamo tutti uguali: opportunità anche per loro”.

Fonte foto: Pixabay.com