Palermo, “un anno senza lavoro”: martedì nuova mobilitazione a piazza Indipendenza

Palermo, “un anno senza lavoro”: martedì nuova mobilitazione a piazza Indipendenza

PALERMO – Non si fermano le manifestazioni per il diritto al lavoro, limitato inevitabilmente dalle restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus. Martedì 23 marzo, alle ore 10, è prevista una nuova mobilitazione organizzata dalla Fedas (Federazione Aziende Spettacolo Italia) sotto la presidenza della Regione Siciliana sita in piazza Indipendenza, a Palermo.

Tante le categorie chiamate in causa dall’associazione di categoria rappresentante i lavoratori del settore dell’intrattenimento e della cultura: dai fieristi agli studenti, dai ristoratori ai camerieri, per finire ai venditori ambulanti, proprietari di palestre e sale bingo ovvero, in altre parole, tutte quelle categorie danneggiate dagli effetti economici della pandemia da Covid-19.

Tanti i volti noti che hanno deciso di sostenere l’iniziativa, tra cui Sasà Salvaggio, il duo Matranga&Minafò, Stefano Piazza e tanti altri. Tra le richieste mosse dagli scioperanti il contributo a fondo perduto pari al 50% per le aziende che noleggiano attrezzature tecniche e tecnologiche che vanno incontro a problemi di obsolescenza; sostegno totale per il pagamento degli affitti degli immobili in uso alle aziende, sulle utenze, sulle polizze assicurative, sulle tasse di circolazione e tasse governative, sui trasporti fino a marzo 2022; contributo a fondo perduto relativa al calo di fatturato e quindi sui mancati incassi come fatto con il Decreto ristori Regionale.

Lo Stato e la Regione hanno messo tanti fondi in gioco per aiutare il comparto come teatri pubblici e privati, organizzatori, associazioni – dice il presidente di Fedas Regione Sicilia, Roberto Fontanaforse pensando di aiutare anche l’indotto, ma così non è stato. Non lo è stato per le aziende ma non lo è stato neanche per i tecnici, i free lance, gli attori, i ballerini, i musicisti e tutti quei lavoratori che regolarmente pagano le tasse e fanno parte di un’unica famiglia”.

È giunta l’ora di avere un riconoscimento dalle istituzioni per quello che siamo e cosa facciamo – sottolinea Fontana – attraverso la manifestazione di martedì vogliamo denunciare a viva voce che non abbiamo più forza di far sopravvivere le aziende che con sacrificio e dedizione abbiamo costruito e mantenuto in piedi. Molti di noi non riescono più a pagare gli affitti, non sappiamo come aiutare le famiglie dei nostri dipendenti e tantomeno quelle nostre. Non riusciamo a pagare più i nostri fornitori, siamo arrivati a mettere in vendita pure le nostre attrezzature per poter sopperire ai beni di prima necessita e sopravvivenza”.

Articolo a cura di Pietro Minardi