Sogni lucidi, premonitori e “programmati”: il complesso universo della fase Rem del sonno

Sogni lucidi, premonitori e “programmati”: il complesso universo della fase Rem del sonno

Il sonno viene come l’avanzare delle maree, opporsi è impossibile“, recitava un famoso proverbio ricordato – e sposato in pieno – dalla psicologa Ines Catania, intervenuta ai microfoni di NewSicilia, in occasione della Giornata Mondiale del Sonno che, per il 2021, si celebra il 19 marzo.

Dormire bene durante la notte è molto importante poiché il sonno porta con sé diversi benefici per la nostra salute e il nostro benessere psico-fisico. Giorno dopo giorno, infatti, un corretto e sano riposo ci garantisce le giuste energie per vivere la nostra vita al meglio”, continua. Un assunto da tenere bene a mente, quindi, è che per stare in salute, inevitabilmente, si deve dormire bene.

Da qui deriva l’importanza di tale ricorrenza, promossa dalla World Association of Sleep Medicine (WASM). Lo slogan, per quest’anno, è il seguente: “Sonno regolare, per un futuro in salute“. E non è affatto un caso.

Dormire bene per vivere meglio

Molti, spesso, “sacrificano” il tempo da dedicare al riposo lasciandosi travolgere da miliardi di impegni differenti, trascurando le ore di sonno. Così facendo, le nostre abitudini di vita risultano non solo “sfasate”, ma ci sentiamo anche più stanchi, fisicamente e mentalmente. Nei casi più gravi, invece, si può incorrere in vere e proprie patologie che distruggono – in tutto o in parte – i nostri meccanismi fisiologici.

Non è raro, però, che vi siano anche persone che lamentano di non riposare bene: “In alcuni momenti della vita, magari in concomitanza con situazioni personali e lavorative particolarmente stressanti, può capitare di non riuscire a prendere sonno, di svegliarsi troppo presto la mattina, oppure ancora di alzarsi dal letto ancora stanchi e provati. L’esperienza di una o più notti insonni è certamente fastidiosa, sebbene abbastanza comune, e crea una condizione di disagio che tende ad avere effetti negativi sulla qualità della vita“, ricorda la psicologa Ines Catania.

“Mettiamo a dormire le preoccupazioni”

Come si può migliorare la qualità del proprio sonno? A tale interrogativo, la nostra intervistata ha detto: “Rispondo d’impeto che ‘bisogna staccare la spina’ perché se non si è rilassati risulterà difficile abbandonarsi al riposo. Una condizione di iperattivazione cognitiva, emotiva o fisiologica è in grado di ostacolare senza tanta difficoltà l’addormentamento o il mantenimento del sonno“.

Portarsi i problemi a letto non è di aiuto. È importante trovare il modo per ‘mettere a dormire’ le preoccupazioni della giornata e le emozioni intense“, suggerisce.

Fase NREM, fase REM e “sogni lucidi”

In media si dovrebbe dormire 8 ore a notte, alternando due diverse fasi: “La fase NREM, non legata al movimento degli occhi durante il sonno, e la fase REM, in cui invece gli occhi della persona si muovono velocemente nonostante stia dormendo. Ogni notte, queste due fasi si alternano dalle 4 alle 6 volte con cicli di durata piuttosto regolare“.

Scendendo nel dettaglio: “Durante la fase REM del sonno, l’attività cerebrale è paragonabile a quella di veglia e si caratterizza per la percezione di immagini, pensieri ed emozioni che chi sogna percepisce come reali, benché non lo siano“.

Talvolta, però, accade che durante il sogno (fenomeno psichico) improvvisamente ci si accorga che si sta sognando: si tratta del cosiddetto ‘sogno lucido’ in cui si è consapevoli dello stato onirico, durante il trascorrere del sogno stesso“, continua la psicologa.

Interpretazione dei sogni: è possibile?

Quel che più “rammarica”, spesso, è che i sogni non vengono ricordati poi una volta svegli, creando una sorta di angoscia nella persona che se ne chiede le motivazioni. Altre volte, invece, vengono perfettamente descritti.

Perché questo accade? “Non ricordiamo i sogni perché il cervello non lo ritiene fondamentale!“, ha spiegato Ines Catania. “Inoltre, in media, i sogni che vengono richiamati alla mente sono sempre i più importanti, quelli con una maggiore componente emotiva e, pertanto, quelli che possono racchiudere un messaggio da interpretare nel limite del possibile“, sottolinea.

Sfatiamo, però, un falso mito: i sogni non hanno un significato universale e uguale per tutti come erroneamente si pensa quando si cerca di dare un’interpretazione. Infatti: “Ciò che ha un significato emotivo per un soggetto non lo ha per un altro, per cui è difficile che si sogni la stessa cosa”.

Temi ricorrenti, racconti complessi

“Alcuni temi però sono comuni e ricorrenti. Per esempio, sognare di fare sesso, cadere o venire rincorsi sono tre temi molto popolari, insieme a temi come la genitorialità, il corpo o la morte“, specifica.

Quel che è vero è che “il significato dei sogni sembra in larga parte determinato da esperienze personali, paure, desideri individuali. Diventa, quindi, molto difficile stabilire a priori quale sia il significato di un sogno. Si deve sempre considerare che i sogni sono racconti complessi, in cui la mente cerca di elaborare e presentare un concetto senza poter utilizzare le parole, ma avvalendosi solo di immagini o scene“.

Cosa sono gli incubi

Come si inquadrano in questo contesto gli incubi? La psicologa Ines Catania, sul punto: “Escludendo a priori la natura di quelli post-traumatici, che sono frutto di episodi di violenze, maltrattamenti, perdite lutti non ancora metabolizzati dall’individuo e quindi non legati ad un malessere passeggero, un aspetto fondamentale dei brutti sogni risiede nel loro significato: incubi frequenti rispecchiano un malessere, palese o meno, della persona interessata e, nello specifico, le proprie esperienze traumatiche“.

Gli incubi, infatti, traducono un’angoscia o un timore e mettono in scena, nella maggior parte dei casi, la rappresentazione metaforica di un evento della vita reale. Si possono anche riferire a ricordi lontani, che risalgono a molti mesi o anni addietro“, aggiunge.

Tuttavia: “È stato evidenziato come esistano alcune tematiche comuni alla maggior parte della popolazione: chi infatti non ha mai provato durante un incubo la sensazione di cadere o la paura di essere rincorso?“.

Si può programmare un sogno?

Un argomento molto discusso, sul quale ci si interroga frequentemente, è la facoltà di “programmare” cosa sognare. È possibile? Secondo quanto ci ha spiegato la psicologa Ines Catania, la risposta è .

Vediamo in che termini: “Per me che mi occupo di ipnosi è facile immaginare che si possa preparare la mente cosciente al sogno sino a che l’inconscio possa rispondere e proseguire la scena. E di fatto è così. È un po’ come quando faccio un’induzione ipnotica e chiedo al paziente di raccontarmi l’ultimo viaggio fatto, l’ultima esperienza emotiva particolarmente rilevante per lui. E da lì comincia il viaggio“.

Come fare? “Suggerisco di provarlo anche voi: mentre siete a letto e state per addormentarvi, quindi siete in dormiveglia, pensate unicamente a ciò che vorrete sognare. Inventatevi una storia fantasiosa, di cui volete essere protagonisti. Potrete scegliere voi stessi come personaggio principale o qualunque soggetto vogliate. Inventate un racconto: immaginate nel dettaglio come deve essere il luogo della vicenda, i costumi, come si deve svolgere la storia. Tutto deve essere descritto nei minimi dettagli. Pensate ai dialoghi, alle interazioni, siate i registi del vostro sogno. Questo finché la mente si addormenterà e l’inconscio non darà il via al vostro racconto proseguendolo con immagini fantastiche e altre vicende“.

Poi afferma: “Questo metodo l’ho provato su me stessa, lo faccio spesso per programmare la mente a ricordare i sogni. Infatti, ripeto come mantra o meglio come ninna nanna, fin quando la mente si addormenta: ‘Al risveglio ricorderò i miei sogni’. Il successo è assicurato. Inoltre facendolo ogni giorno abituerete sempre di più la mente a influire sull’inconscio“.

Sogni “premonitori”

E, su questa scia, cosa sono i sogni premonitori“? “Capita a volte di sognare persone o eventi e poi, nei giorni immediatamente successivi, trovarsi nella stessa situazione del sogno fatto. Parlando da un punto di vista prettamente scientifico, però, i sogni premonitori non esistono: il nostro cervello non è in grado di prevedere con esattezza il futuro“, ricorda la psicologa.

Quindi: “Se a volte capita di fare dei sogni che poi si realizzano, in parte o del tutto, non significa che ci si trovi davanti a una premonizione: semplicemente il cervello, libero dallo stress della vita quotidiana, nella fase di sonno lavora ed elabora. Se un sogno si realizza, quindi, si tratta solo di una semplice coincidenza, per quanto possa essere felice o triste“.

“I sogni sono il sale delle nostre emozioni”

In generale, non addentrandoci nei meccanismi neuropsicologici del sonno, i sogni sono essenziali per ognuno di noi: “Costituiscono i sentimenti più profondi che ci caratterizzano. Sono gli obiettivi, le realizzazioni, le strade da intraprendere, i progetti su cui si vorrebbe costruire il futuro, il desiderio che non si è potuto realizzare ma che si vuole a tutti i costi, le passioni per qualcosa o per qualcuno che ci fanno svegliare la mattina pieni di voglia di vivere e che ci fanno compiere gesti talvolta spinti dall’impulsività“.

I sogni ci rendono vivi, sono il pane della nostra fantasia, e se talvolta pensiamo di accantonarli per paura, per necessità, non bisogna mai dimenticarsi che sono il fulcro che ci tiene in piedi e ci permette di sentirci unici, è il sale delle nostre emozioni. Che sia un sogno grande o piccolo non bisogna mai smettere di pensare che si possa avverare e, per quanto alcuni siano irrealizzabili, la gente ama i sogni, perché ama sperare che tutto in un momento possa cambiare“.

Questo è il grande messaggio con cui si conclude la nostra intervista e dal quale tutti dovremmo partire. Soprattutto in questo momento tanto drammatico quanto emergenziale, la speranza è quella che ci spinge ad andare avanti e non deve abbandonarci mai. Ed è bene ricordarselo ogni singolo giorno.