Festa della donna, nel 2021 non cambiano temi né “nemici”

Festa della donna, nel 2021 non cambiano temi né “nemici”

ITALIA – Oggi, 8 marzo, si celebra la Festa della Donna a livello internazionale. Questa data la conoscono tutti, ma si ricorda più per i festeggiamenti “folli” di tante persone (ai tempi pre-Covid) che per il momento di riflessione che rappresenta.

Riflessione su cosa? Facile, il mondo femminile e le sue sfide. Anni e anni di evoluzione e una società in mutazione, purtroppo, non hanno trasformato i termini e gli esiti del dibattito.

Festa della donna, origine e significato

La Festa della donna o, meglio, la Giornata internazionale della donna è una di quelle ricorrenze della cultura popolare che nominano tutti regolarmente. Le storie sull’origine della giornata sono parecchie, alcune fondate altre meno.

La più nota vede l’origine della Festa legata alla tragedia avvenuta in una fabbrica di New York nel 1908, un incendio che avrebbe ucciso diverse persone, per lo più donne, alla base della promulgazione di nuove norme di sicurezza sul lavoro. In realtà, pare che questo episodio non sia mai esistito, almeno non in quella data. Un incendio simile, noto per il numero di giovani immigrate coinvolte, avvenne in realtà nella fabbrica “Triangle”, ma non l’8 marzo bensì il 25 marzo 1911.

Per altri, invece, la data dell’8 marzo è associata a un’altra parte del mondo: la Russia. Il riferimento storico sarebbe alle proteste anti-zariste a San Pietroburgo l’8 marzo 1917, che hanno visto un contributo femminile molto elevato.

Se le origini rimangono controverse e non documentate, pochi dubbi emergono sul focus della ricorrenza: la lotta sociale. Anche se quest’anno, a causa del Coronavirus, scendere in strada non sarà permesso, la pandemia non ferma le donne dal rivendicare diritti. Non diritti in più, solo quelli che dovrebbero essere alla base delle società contemporanea. L’obiettivo non è avere di più, ma non avere di meno a causa dell’essere “femmina”.

L’8 marzo è dedicato anche ai risultati di questa instancabile battaglia: “La Giornata internazionale della donna celebra i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo. Questo riconoscimento si basa su un principio universale che prescinde da divisioni, siano esse etniche, linguistiche, culturali, economiche o politiche”, si legge nella pagina di Onu Italia sulla Giornata.

È una lotta spesso più “silenziosa” di quanto non si creda, ma non per questo poco diffusa o da porre in secondo piano.

I temi di dibattito

Parlare di Festa della Donna vuol dire parlare di condizione femminile. E proprio quando si tocca questo tasto dolente emerge un quadro raccapricciante, che non esclude nessuna parte d’Italia e del mondo: femminicidi, violenza domestica, abusi, discriminazioni di genere… Con il “rumore” dei casi di cronaca, è difficile vedere la luce di grandi donne che, senza sterili polemiche e con fatica ammirevole, raggiungono le vette più alte nello sport, nel lavoro, nella vita personale, nello studio e nella ricerca.

Eppure sono queste donne, assieme a chi le sostiene (se qualcuno  c’è), a guidare il passaggio complesso verso una società più equa. La Festa della Donna celebra sì l’essere donna, ma mira anche a fare luce su quanta strada è ancora avvolta nel buio.

Il lavoro e la violenza contro le donne sono tra i temi di dibattito principali. Due argomenti che rappresentano i due “talloni d’Achille” del processo di emancipazione sociale in termini di questioni di genere.

Si sa che a un colloquio di lavoro ogni donna si sente dire “È sposata, ha figli?”, che su alcuni temi c’è ancora troppa disinformazione, che in certi ambiti (dallo sport ai vertici della politica e del business) la presenza femminile è ridotta e vista come eccezione e non regola. È una forma di “blocco” che viene in genere passivamente accettata, senza che vi sia una vera voce che indirizzi l’opinione pubblica sul tema. La parità di genere fa parte del programma Obiettivo 2030, ma la strada sembra tutt’altro che spianata.

Se di queste forme di discriminazione che colpisce le donne si parla poco, non si può dire altrettanto della violenza. È il tema di ogni giorno, ma spesso se ne parla male. Ci sono reati violenti che colpiscono le donne in quanto tali (la brutale mutilazione genitale o l’aborto forzato) e tanti altri che colpiscono in maniera spropositata le donne (violenza sessuale, violenza domestica, abusi psicologici). Tutti hanno in comune la disintegrazione della dignità di una donna, a livello fisico e/o emotivo.

Ogni giorno c’è un mezzo nuovo (si pensi ai vari pericoli di Internet, sia per giovani che per adulti) e di anno in anno si fa più forte l’esigenza di parlare, di invitare alla denuncia e alla lotta non sterile.

Conclusione: perché una Giornata della donna?

Finché vi sarà una donna costretta a scegliere di essere madre o di non esserlo, che dovrà “obbedire” anche se è sbagliato, che dovrà accettare uno schiaffo, fisico o morale… Fin quando vi saranno tutte queste cose e dire “uomo” e dire “donna” vorrà dire operare una discriminazione, sarà necessario continuare a parlare, durante la Festa della Donna e in tutti gli altri giorni dell’anno.

Perché una Giornata internazionale della donna? Perché tanti incontri locali, nazionali e internazionali sul tema “donna” e tanta premura a sottolineare la differenza tra i generi? La società odierna è ben lontana dal poter vantare la modernità che spesso rivendica di aver inventato. Ci sono dei meccanismi che fanno funzionare un sistema costruito nell’arco di secoli in maniera errata. Se s’inceppa, è perché ci sono ostacoli da rimuovere. E quegli ostacoli non sono né tutti individuati, né sconfitti dal progresso di scienza, tecnica e cultura degli ultimi 2 secoli.

Nel 2021 si può dire che la discriminazione contro le donne è aumentata nei numeri e nell’attenzione mediatica. E, purtroppo, si può dire anche che gli eventi dimostrano come in effetti sia cambiato poco, sia in termini di problematiche che di “nemici” da combattere.

Foto di ALBERTO H. FABREGAS da Pixabay